In Francia, idrogeno e pile a combustibile non rientrano tra le tecnologie sostenute dal disegno di legge sulla Transizione Energetica, che nei trasporti punta essenzialmente sull’elettrico a batteria. Tuttavia, in assenza di un indirizzo politico in questa direzione, un consorzio privato ha comunque adottato un piano nazionale di sviluppo, associando tra l’altro ai lavori il Ministero per l’Ecologia, lo Sviluppo Sostenibile e l’Energia
In Italia si prefigura una situazione simile, cui è possibile trovare una simile soluzione.
L’Iniziativa Italiana per la Mobilità a Idrogeno (InIMI) parte dal basso per affrontare tutti gli aspetti tecnici, finanziari e regolamentari al fine di permettere lo sviluppo di una rete sufficiente di infrastrutture di rifornimento a idrogeno entro il 2025 (orizzonte indicato dalla direttiva 2014/94/UE).
L’alternativa è non fare nulla ed aspettare che, come accaduto con le fonti rinnovabili, tra qualche anno il settore decolli comunque, ma per via di fattori esogeni (ad es. normativa europea) ed essenzialmente ricorrendo a tecnologie e modelli importati dall’estero.
Il Consorzio produrrà una proposta di Piano Nazionale di Sviluppo (PNS), da trasmettere a Parlamento e Governo per inclusione nel Quadro Strategico Nazionale che sarà inviato alla Commissione europea. Il PNS dovrà in particolare:
• Sviluppare un’analisi normativa ed eventuali proposte di aggiornamento;
• Definire gli obiettivi da perseguire in materia ambientale e di sicurezza degli approvvigionamenti;
• Individuare le soluzioni di finanziamento più adatte al contesto nazionale italiano;
• Definire l’approccio di mercato più adeguato per lo sviluppo della mobilità a idrogeno;
• Effettuare un’analisi dei costi e dei benefici per il sistema-Paese;
• Essere coerente con le direttrici di sviluppo dei corridoi europei TEN-T e con le priorità individuate dalla FCH JU.
• Il PNS dovrà essere finalizzato in tempo utile per essere adottato dal Governo italiano in vista della scadenza del 18 novembre 2016