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Consiglio Nazionale Periti Industriali – CNPI

Il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati (CNPI) è l’organismo nazionale di rappresentanza di una categoria composta da circa 36.000 professionisti inseriti in 8 sezioni di specializzazione.

I professionisti iscritti all’albo si occupano di progettare, controllare e adeguare sistemi tecnici, impianti, garantendone il funzionamento e la sicurezza, lavorano nelle imprese o nella libera professione, con una gamma di competenze che si estende dall’elettrotecnica all’edilizia, dalla chimica alla meccanica dall’informatica all’elettronica fino all’efficienza energetica e alla prevenzione incendi. Professionisti che sanno leggere dentro i sistemi tecnici e che detengono quindi una chiave di interpretazione della società, dei suoi cambiamenti e della sua evoluzione.

Proprio in virtù delle diverse specializzazioni presenti all’interno dell’Ordine professionale, il Consiglio Nazionale è impegnato a indirizzare la propria azione strategica verso una sempre maggiore qualificazione e aggiornamento della categoria, in un percorso di conoscenza e di approfondimento sui temi dell’innovazione tecnologica e della transizione energetica con una particolare attenzione alle energie rinnovabili e ai futuri sviluppi dell’impiego dell’idrogeno. Il Cnpi partecipa inoltre alla diffusione e alla stesura delle attività normative in qualità di socio effettivo dell’UNI, l’Ente Italiano di Normazione, dove è presente nella vicepresidenza, è membro del CCTS e partecipa attivamente ai tavoli del Cei e del Comitato termotecnico italiano.

https://cnpi.eu/

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La commissione ITRE del Parlamento Europeo ha discusso di stoccaggio energetico

Il 21 aprile il Parlamento Europeo (PE) ha organizzato un’audizione sulle tecnologie di stoccaggio. L’incontro è stato presieduto dal presidente della commissione ITRE Jerzy Buzek.

Patrick Clerens, direttore dell’Associazione Europea per lo Stoccaggio dell’Energia, (EASE) ha sottolineato la necessità d’utilizzare sistemi di stoccaggio per bilanciare la rete. Attualmente la struttura del mercato elettrico si basa sui grandi impianti centralizzati mentre in futuro il mercato sarà dominato dalla produzione distribuita. In questa nuova struttura del mercato la domanda che sorge è: chi sarà il proprietario dei sistemi di stoccaggio?

Thomas Hamacher, professore “Sistemi di energia rinnovabile e sostenibile” alla Munich-School of Engineering (MSE) di Monaco di Baviera ha indicato la necessità di inserire nel futuro sistema elettrico anche l’accumulo di calore come sistema di stoccaggio oltre a lavorare su una migliore interconnessione nella rete elettrica europea e sulla domanda flessibile. Hamacher ha sottolineato che l’idrogeno come stoccaggio d’energia verrà impiegato quando grandi quantità di energia rinnovabile entreranno nella rete.

Jorgo Chatzimarkakis, segretario generale di Hydrogen Europe ha presentato l’idrogeno come soluzione economicamente valida per soluzioni di stoccaggio ad alta capacità che consentono il trasporto a emissioni zero senza la necessità di cambiare le abitudini di guida dei consumatori.

Ben Hill ha parlato dell’incremento di densità e di potenza delle batterie negli ultimi decenni e la necessità di agevolare l’accesso alla rete.

Un recente studio di Energy Brainpool per Greenpeace Energy ha indicato che dal 2020, 100 MW di cosiddetti “wind gas plants” dovrebbero essere installati ogni anno fino al 2040. La velocità di installazione dovrebbe salire a 500 MW nel 2025 per raggiungere 14 GW nel 2040. Per Energy Brainpool il wind gas sarà indispensabile, assieme alle batterie e al pompaggio idroelettrico, dal 2035 quando il 74% dell’elettricità sarà rinnovabile. Entro il 2050 89 GW di elettrolizzatori saranno necessari.

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Honda commercializza la nuova Clarity Fuel Cell

Durante il mese di marzo 2016 Honda ha avviato le vendite della Clarity Fuel Cell in Giappone. La berlina che prende il posto della FCX Clarity sarà inizialmente offerta in leasing soltanto ad enti governativi e aziende e in un secondo momento sarà in vendita ai privati. Questa prima fase di commercializzazione servirà alla casa del sol levante per raccogliere feedback dei clienti per ottimizzare le prestazioni della vettura.

Per il 2016 è prevista la produzione di 200 unità, offerte in Giappone al prezzo di 7.660.000 Yen tasse incluse (l’equivalente di circa 60.000 euro). Nei prossimi mesi la vettura sarà presentata in California mentre i clienti europei dovranno aspettare un po’ di più.

L’autonomia dichiarata dalla casa costruttrice è di 750 km, un dato migliore del 30% rispetto alla precedente FCV Clarity.

Photo credit: theautomobilist.fr

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