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Monthly Archives: Dicembre 2019

H2IT pubblica il Piano Nazionale di Sviluppo Mobilità Idrogeno Italia

Piano Nazionale di Sviluppo Mobilità Idrogeno Italia

H2IT – Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile pubblica il “Piano Nazionale di Sviluppo Mobilità Idrogeno Italia” che delinea le potenzialità di sviluppo dell’infrastruttura di rifornimento idrogeno sul territorio nazionale e le azioni necessarie per la sua realizzazione.

H2IT nel 2016 ha contribuito alla realizzazione del Piano Strategico per lo sviluppo dell’infrastruttura per il combustibile alternativo idrogeno (D.lgs 257 del 16/12/2016, Allegato III “Quadro Strategico Nazionale, Sezione b, Fornitura d’Idrogeno per il trasporto stradale”).

In vista di un aggiornamento del Quadro Strategico Nazionale previsto dal decreto, H2IT ha lanciato una serie di tavoli di lavoro all’interno della MISSION TRASPORTO, con l’obiettivo finale di aggiornare Il documento elaborato nel 2016 in tutte le sue sezioni e ampliarlo aggiungendo agli scenari di sviluppo della mobilità elettrica a celle a combustibile per auto e bus, quelli del trasporto ferroviario, del trasporto pesante, della movimentazione materiali e del trasporto marittimo, ritenute rilevanti e abilitanti per il settore dell’idrogeno.

Hanno partecipato ai tavoli di lavoro per l’elaborazione del Piano, i principali stakeholders dei rispettivi settori della mobilità, per un totale di 38 enti tra imprese centri di ricerca.

La definizione degli obiettivi nazionali per lo sviluppo della Mobilità Idrogeno in Italia, elaborati nel “Piano Nazionale di Sviluppo”, è basata su criteri specifici e su una modellazione analitica di dettaglio estesa fino al 31/12/2050, prendendo in considerazione i seguenti aspetti:

  • obiettivi ambientali per la riduzione dei gas serra e delle emissioni inquinanti;
  • futura flotta di mezzi a propulsione alternativa attesi per diversi orizzonti temporali e stima della domanda futura di idrogeno
  • produzione dell’idrogeno e implementazione di un’infrastruttura adeguata per favorire lo sviluppo della mobilità alternativa.

 

Riassumendo le principali conclusioni del piano, si prevede che lo scenario di vendita in Italia possa essere il seguente:

  • Si prevede che lo scenario di vendita in Italia delle autovetture FCEV possa raggiungere uno stock pari a circa 27.000 unità entro il 2025
  • Per gli autobus, si vuole raggiungere uno stock di circa 1.100 unità al 2025;
  • Per la mobilità pesante si prevede di raggiungere uno stock veicoli di poco meno di 2000 unità per il 2030 e una sostituzione del 29 % del parco circolante per il 2050 (circa 50.000 unità);
  • Lo scenario del trasporto passeggeri nel settore ferroviario prevede un’implementazione del vettore idrogeno in circa 20 unità al 2025, per arrivare ad una sostituzione di 100 locomotori diesel su tratte non elettrificate entro il 2050;
  • Per quanto riguarda il mercato dei mezzi atti alla movimentazione di materiali, si prevede un inserimento graduale dei sistemi a celle a combustibile nel mercato, con uno stock mezzi di 2.750 unità al 2030 nello scenario più conservativo;
  • Infine, all’interno della mobilità marittima, non si è voluto sviluppare alcuno scenario, data l’enorme varietà e tipologia di mezzi oltre che la bassa maturità in questo settore. Tuttavia, vengono proposte alcune azioni per identificare scenari applicativi reali anche in campo marittimo.

Il Piano Nazionale di sviluppo mobilità idrogeno Italia è pubblico e scaricabile al seguente link;

Per informazioni e approfondimenti contattare segreteria@h2it.it oppure i coordinatori dei tavoli per le specifiche mobilità.

Piano Nazionale_Mobilita Idrogeno_integrale_2019_FINALE

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Treni a idrogeno, Piemonte guida il team europeo per l’uso dell’idrogeno come combustibile a impatto zero nel campo del trasporto su trenoi

Gli sforzi dell’Italia, finora, si sono concentrati soprattutto sulla ricerca e molto è stato fatto proprio in Piemonte, prima attraverso il Polo di Innovazione ‘Idrogeno ed Edilizia Sostenibile’ e oggi nell’ambito del Clever, il Polo della Regione partito nel 2017. In questi ultimi anni, quindi, la continua ricerca e la determinazione di piccole e medie imprese si sono aggiunte all’esperienza dello stabilimento Alstom, a Savigliano.

Sono stati prodotti proprio dalla multinazionale francese, infatti, i primi due treni a idrogeno mai messi su rotaia, i Cordia iLint, costruiti nella fabbrica di Salzgitter, in Germania, entrati in funzione il 17 settembre 2018 in Bassa Sassonia e dotati di celle a combustibile che convertono l’idrogeno e l’ossigeno in elettricità.

Ma in cosa consiste il lavoro di questo team?  Marcello Baricco, professore ordinario del Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino, che farà parte del gruppo di lavoro formato d ricercatori dell’Università di Torino, del Politecnico e del Polo d’innovazione Clever e che ha l’obiettivo, fissato dall’Ue, di sfruttare l’idrogeno non solo come carburante per la mobilità, ma di creare una vera e propria economia neutrale dal punto di vista climatico, entro il 2050.

“Da alcuni anni si è costituito un gruppo di Regioni Europee interessate a sviluppare le tecnologie basate sull’idrogeno, inserito all’interno della strategia europea S3 (Smart Specialization)” spiega Baricco. Questo gruppo, chiamato ‘Smart Specialisation Platform – Hydrogen Valley’, si occupa di molteplici attività affidate a diversi gruppi di lavoro, ciascuno concentrato su una tematica specifica legata alle tecnologie basate sull’idrogeno. Il 22 novembre scorso al Piemonte è stata assegnata la responsabilità del gruppo che lavora allo sviluppo dei treni alimentati a idrogeno in Europa con il coordinamento delle iniziative fra le regioni coinvolte.

I due atenei torinesi hanno una lunga tradizione di ricerca sul tema idrogeno, probabilmente tra le più attive a livello europeo. “Sono tra le università fondatrici della ‘Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking’, nel cui contesto hanno coordinato diversi progetti di ricerca a livello europeo”, ricorda Baricco. Si tratta della piattaforma pubblico-privata che agisce in Europa da più di 15 anni sul tema dell’idrogeno e delle celle a combustibile e che, attraverso le sue strutture, eroga i finanziamenti europei nell’ambito del programma Horizon 2020FCH JU e S3 – Hydrogen Valley agiscono in sintonia ed il Piemonte è ben rappresentato in entrambe le organizzazioni. A pesare sulla scelta è stato anche il parere della Regione Auvergne-Rhône-Alpes con la quale sarà sviluppato il progetto sul versante italo-francese. Ma hanno espresso parere favorevole al Piemonte diverse regioni francesi, oltre all’Emilia Romagna, a due regioni spagnole, una norvegese e una scozzese. “Il prossimo appuntamento – anticipa il professore – è per l’inizio di febbraio a Parigi, dove verranno presentati i vari progetti delle regioni interessate”.

INell’ambito della FCH JU, sono stati portati avanti diversi studi. “La conclusione – spiega Baricco – è che la tecnologia è matura e, soprattutto per le tratte su scala regionale, risulta competitiva per la decarbonizzazione di quelle attualmente gestite mediante treni diesel. In particolare, la conversione dei treni diesel in treni a celle a combustibile è competitiva rispetto alla elettrificazione”. Oltre alla Germania, in Europa sono diversi i Paesi che si stanno muovendo. In Austria, a maggio 2018 la Zillertalbahn ha aggiudicato a Stadler un contratto per la fornitura di cinque treni per sostituire la trazione diesel sulla linea da Jenbach a Mayrhofen, nella provincia occidentale del Tirolo. E poi c’è il progetto di Alstom, questa volta in Francia, per una variante a celle a combustibile a idrogeno della sua automotrice Coradia Polyvalent (Régiolis), l’alternativa ai treni diesel per le regioni francesi, mentre all’inizio del 2019 nel Regno Unito Alstom ed Eversholt Rail hanno svelato il design di un nuovo treno a idrogeno, chiamato ‘Breeze’. Questi convogli potrebbero attraversare il Paese già nel 2022. 

Al momento l’Italia non ha ancora svolto un ruolo di primo piano. A novembre 2018 è stato sottoscritto un accordo tra il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma, il Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione e Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), per la valutazione tecnico/economica dei benefici in termini di impatto ambientale e sociale derivanti dall’alimentazione a idrogeno. Ma questa nuova tecnologia richiede la presenza di infrastrutture nuove: dalla produzione di idrogeno in quantità sufficiente alle stazioni di rifornimento ed ogni singola situazione va valutata con estrema attenzione. “C’è sicuramente interesse in molte regioni – spiega Baricco – ma va ricordato che in Italia al momento è disponibile al pubblico una sola stazione di rifornimento a Bolzano”.

Per questo motivo, in Piemonte si vuole mettere a punto un progetto da presentare alla ‘Hydrogen Valleys’ “per la definizione di una possibile implementazione di questa tecnologia per treni alimentati a idrogeno nella nostra Regione”, rivela il professore. Al progetto stanno lavorando Environment Park, con il polo di innovazione Clever, Università di Torino e Politecnico di Torino, ovviamente con la collaborazione delle aziende del territorio. “La presenza di Alstom in regione sarà ovviamente un valore aggiunto nella preparazione della proposta”, aggiunge Baricco. Anche attraverso il lavoro della Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile è stato messo a punto un piano sull’introduzione di queste tecnologie in Italia, recentemente presentato al Mise. “Il piano prevede una estensione del numero di stazioni di rifornimento in Italia – aggiunge – ma questo sviluppo sarà ovviamente legato a scelte di incentivazione e alle normative che verranno implementate nel nostro Paese”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano.it

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