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Category Archives: Notizie Nazionali

H2IT presenta il Report sullo sviluppo di stazioni di rifornimento

Mobilità a idrogeno: una visione strategica per creare la rete italiana di stazioni di rifornimento. H2IT, Associazione Italiana Idrogeno, presenta le sue proposte per realizzare gli obiettivi previsti dall’UE.

Roma, 23 marzo 2023 – Ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungere il net-zero entro il 2050. Con il Green Deal, l’Unione Europea ha posto obiettivi di transizione energetica molto ambiziosi, che richiedono una trasformazione in senso green della mobilità, puntando su alimentazioni alternative come l’idrogeno. Su questo fronte, l’Italia ha da poco mosso i primi passi, grazie all’approvazione da parte del MIT di 36 progetti di stazioni di rifornimento a idrogeno sul territorio nazionale, per un investimento totale di 103,5 milioni di euro.

Ma quali sono lo scenario, il quadro normativo e lo stato dell’arte tecnologico della mobilità italiana idrogeno con riferimento al trasporto stradale (pesante e leggero), ferroviario e in ambito portuale? Per rispondere a queste domande e costruire una visione strategica sull’implementazione della rete di stazioni di rifornimento a idrogeno in Italia, H2IT – Associazione italiana idrogeno – che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore – ha divulgato il report “Sviluppo di Stazioni di rifornimento idrogeno – Barriere normative e scenari di implementazione”. Lo studio, pubblicato in occasione di Key Energy, la fiera di riferimento per il mercato delle energie rinnovabili, analizza e mette a punto una serie di proposte per superare gli attuali fattori limitanti.

Partiamo proprio dallo scenario. Nel corso degli ultimi anni, il numero dei mezzi di trasporto alimentati ad idrogeno è cresciuto notevolmente sia nel trasporto stradale che ferroviario. In Europa, il trend positivo del 2020 è proseguito anche nel 2021, con un aumento delle nuove immatricolazioni di veicoli a idrogeno del +22% rispetto al 2020. Spicca la Germania, che ha registrato un +70%, seguita da Paesi Bassi e Svizzera. A livello globale, i maggiori produttori di auto idrogeno sono Corea del Sud e Giappone. In Italia, la mancanza di una rete di stazioni di rifornimento adeguata ha limitato fortemente la crescita del mercato. Proprio per questo, all’interno dei 3,64 miliardi previsti per la filiera idrogeno nel PNRR, 530 milioni di euro sono dedicati a sostenere la costruzione di stazioni per il trasporto stradale (230 milioni, 40 stazioni) e ferroviario (300 milioni per 10 stazioni) entro il 2026. In particolare, per il trasporto stradale pesante, come specificato nelle Linee Guida Preliminari della Strategia Italiana Idrogeno del MISE, l’obiettivo è rendere il 2% della flotta nazionale di camion a lungo raggio alimentato a idrogeno al 2030, spianando così la strada anche allo sviluppo della mobilità leggera a idrogeno. Nel ferroviario, invece, l’idrogeno può supportare l’obiettivo di rendere indipendenti da combustibili fossili le linee non elettrificate (circa il 30%, 4.670 km). Si tratta di target che richiedono investimenti pubblici, ma anche investimenti privati da parte delle aziende, che però subiscono troppe battute d’arresto a causa anche di regolamenti limitanti. È evidente, dunque, la necessità di un quadro normativo abilitante che incoraggi le aziende a puntare sul settore.

Proprio a proposito del complesso quadro normativo, nel report, emerge l’importanza dell’Alternative fuel infrastructure regulation (AFIR) che la UE vuole implementare nell’ambito del pacchetto Fit For 55, che prevede target piuttosto sfidanti sulla distribuzione delle stazioni di rifornimento. Tra queste, ad esempio, una  distanza di 100 km tra una stazione e l’altra sui corridori strategici, che impone quindi all’Italia un’accelerazione, in confronto ad altri Paesi che possono vantare, invece, una rete già diffusa. Un regolamento in via di sviluppo, i cui target saranno però vincolanti per i Paesi Membri.

Ad oggi, la normativa italiana è particolarmente stringente, a differenza di altri Paesi a cui l’Italia potrebbe allinearsi al fine di ottenere tempistiche autorizzative più brevi e far partire i progetti. Rispetto a Paesi come la Germania, che ha sviluppato con una logica a perdita di mercato una rete di 100 stazioni di rifornimento idrogeno, l’Italia è dunque indietro. Può, però, trasformare questa situazione di svantaggio e rincorsa degli obiettivi europei – che sarà obbligata a recepire – in un’opportunità. Sarà necessario avere una strategia molto chiara per lo sviluppo delle infrastrutture che tenga conto di molti fattori, sfruttando la cornice dell’UE e abilitando così anche altri settori dove l’idrogeno risulta chiave per la decarbonizzazione.

Riassumendo quanto emerge dal report, H2IT propone di:

  • Allineare e integrare la cornice normativa italiana con quella europea, ispirandosi alle best practice dei Paesi più all’avanguardia;
  • Rivedere il decreto del 23 ottobre 2018, per rendere omogenea e chiara la normativa su tutto il territorio e sbloccare gli investimenti privati;
  • Rivedere le disposizioni che riguardano le taglie delle stazioni di rifornimento, prevedendo anche stazioni modulari che permettano di adattarsi ad aumenti futuri della richiesta di idrogeno;
  • Consentire sinergie tra il rifornimento autostradale e quello stradale/locale in una logica multipurpose e multifuel, inserendo il rifornimento di idrogeno all’interno di una stazione che offre più carburanti aggregando in un unico luogo più servizi;
  • Posizionare strategicamente sul territorio nazionale le stazioni di rifornimento a idrogeno, tenendo conto sia dei corridoi strategici per l’economia italiana sia puntando prioritariamente sulle zone dove è più facile si sviluppi prima una condizione favorevole del mercato.

 

La necessità di puntare anche sull’idrogeno, in modo complementare con le altre fonti alternative, è stata messa nero su bianco dalle istituzioni europee ed italiane – ha dichiarato Luigi Crema, Vice Presidente e Presidente del Comitato Scientifico di H2IT. La recente pubblicazione del bando sulle stazioni di rifornimento del PNRR da parte del MIT e la relativa assegnazione dei fondi per 36 stazioni è un passo fondamentale per sviluppare il primo nucleo di rete infrastrutturale, ma deve essere il primo di più passi inseriti in una cornice strategica. Altrimenti, il rischio è, da una parte, quello di perdere ulteriore terreno dai Paesi che hanno già avviato questo percorso, dall’altra, di scoraggiare o vanificare gli investimenti delle aziende attive su questi progetti. Il tavolo di lavoro che ha realizzato lo studio, composto da esperti provenienti dal mondo accademico e aziendale, è concorde nell’indicare come prioritario il sostegno alla realizzazione di un buon numero di stazioni di rifornimento entro il 2026, che facciano poi da volano per il raggiungimento degli obiettivi al 2030. Per farlo, è necessario perseguire con convinzione la linea di investimenti, impostare una visione strategica che coinvolga anche gli attori della filiera e avviare un’opera di semplificazione del percorso autorizzativo e normativo in linea con lo spirito del PNRR. Un percorso che darebbe anche un orizzonte certo agli investitori industriali e finanziari e concorrerebbe allo sviluppo e al consolidamento di una filiera italiana dell’idrogeno.”

Il tavolo di lavoro di H2IT sul tema della rete di rifornimento idrogeno è partito nel 2021 e ha visto un importante lavoro di coordinamento da parte del Comitato Scientifico dell’Associazione, sotto il coordinamento generale del Prof. Borello del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Università degli Studi La Sapienza, con aziende ed enti come ENEA, Rina, Toyota Material Handling, IIT Bolzano.

Report H2IT_Sviluppo di Stazioni rifornimento Idrogeno

 

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Idrogeno, il MIT approva 36 progetti per stazioni di rifornimento e prevede un investimento da 103,5 milioni

Idrogeno, il MIT approva 36 progetti per stazioni di rifornimento e prevede un investimento da 103,5 milioni. Per H2IT, Associazione Italiana Idrogeno, è la dimostrazione della concretezza della filiera. Avviare la creazione dell’infrastruttura è strategico per sviluppare la mobilità a idrogeno in Italia

Roma, 17 marzo 2023 – Un’ottima notizia per il futuro sostenibile della mobilità italiana e un passo decisivo per la creazione della rete italiana di rifornimento a idrogeno. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato la graduatoria dei 36 progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno. Un contributo da parte dello Stato da circa 103,5 milioni di euro, finanziati grazie al PNRR. Si tratta di una prima parte dei 230 milioni di euro complessivi previsti nel Piano proprio per sviluppare la rete nazionale di rifornimento a idrogeno.

H2IT – Associazione Italiana Idrogeno – che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno – sottolinea la forte risposta da parte della filiera, che dimostra di essere pronta a fornire al sistema Italia soluzioni a idrogeno. L’Associazione auspica, inoltre, che la quota parte dell’investimento non allocato attraverso questo bando (circa 130 milioni), venga comunque reinvestito nel settore della mobilità a idrogeno.

Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore idrogeno italiano e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT. Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano. Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità idrogeno e di tutta la sua supply chain, che sarà sinergica con i progetti di Hydrogen Valleys. In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d’avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario con questi Paesi. Sotto questo profilo, la decisione del Ministero di finanziare i primi 36 progetti, per le aziende attive nel comparto idrogeno, rappresenta una pietra miliare. La filiera è giovane ma altamente tecnologica, innovativa e da anni sta investendo ingenti risorse sui progetti idrogeno e sullo sviluppo delle competenze e delle tecnologie, scommettendo con la pianificazione di questi investimenti industriali nel futuro della mobilità a idrogeno in Italia.”

Entro il 2026, diventeranno, quindi, 38 le stazioni di rifornimento a idrogeno sparse su tutto il territorio nazionale. Alle 36 nuove HRS che verranno create, si aggiungono, infatti, le 2 già presenti nella provincia di Bolzano e Mestre. Le aree scelte riguardano soprattutto le zone strategiche per i trasporti stradali pesanti, come l’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T (le reti di trasporto trans-europee).

Non a caso, dei 103,5 milioni di euro, il 77% (circa 79 milioni) riguarda alcune regioni del Nord: Veneto, Trentino- Alto Adige, Lombardia e Piemonte. In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto (9 progetti), quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige (6) e circa 16 milioni in Piemonte (5) e Lombardia (4). Gli investimenti riguardano anche al Centro e al Sud: ad esempio, in Puglia verranno investiti 8 milioni (3), nel Lazio 3 milioni (2) e in Calabria 2 milioni (1).

Per quanto riguarda le aziende coinvolte, i progetti approvati sono stati presentati da Autostrada del Brennero (4 progetti), Milano Serravalle (3), Snam 4 Mobility (8), Eni (3), Sapio (2), Green Factory (1), Sasa (2), Edison (3), Q8 Petroleum (3), Alperia Greenpower (1), GemmoSimplifhy SB (1), Dilella Invest (1), Beyfin (1), Teca Gas (1), Sol (1) e Italgas (1).

I progetti rappresentano un inizio importante per lo sviluppo della mobilità a idrogeno in Italia. Per il futuro, H2IT, che dalla sua nascita ha sempre offerto la sua competenza e conoscenza del settore ai decisori politici, collaborando a più riprese con i Ministeri, auspica che la strategia nazionale continui ad essere supportata con investimenti mirati. In più ribadisce l’importanza della progressiva semplificazione e armonizzazione del quadro normativo, così da sbloccare definitivamente il potenziale di una filiera in grado di dare al Paese una posizione di leadership nell’economia della transizione ecologica e creare nuovi posti di lavoro.

Comunicato Stampa_H2IT_MIT approva 36 stazioni di rifornimento idrogeno_15_03_2023

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H2IT ha incontrato il Viceministro delle Imprese e Made in Italy Valentino Valentini

L’Associazione ha portato all’attenzione del Viceministro il ruolo e il valore della filiera italiana dell’idrogeno. Tra i temi trattati, il PNRR e i progetti europei IPCEI. Concordata la necessità di implementare una strategia per l’idrogeno che aiuti a rendere l’Italia indipendente dal punto di vista energetico e leader nell’economia green.

Roma, 27 febbraio 2023 –

H2IT – Associazione italiana idrogeno, che rappresenta oltre 120 soci tra grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università, ha incontrato il Viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini per mostrare la vivacità e la forza della filiera italiana dell’idrogeno, sempre più capace di fornire tecnologie e sistemi innovativi lungo tutta la catena del valore. Un incontro proficuo dove sono stati approfonditi i temi chiave per lo sviluppo del mercato dell’idrogeno in Italia, al fine di generare nuove opportunità alle imprese italiane per renderle competitive a livello europeo e internazionale. A margine, il Viceministro ha ricevuto la proposta di H2IT di creare un tavolo interministeriale dedicato all’idrogeno al fine di costruire una prospettiva strategica nazionale, sulla quale vi è conferma di interesse, riportandola alle sedi istituzionali opportune.

L’idrogeno è già al centro della strategia dell’Unione Europea, che lo ha identificato tra i settori cruciali per il raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero nel Green Deal. L’Italia e importanti aziende e centri di ricerca hanno recentemente visto selezionati e finanziati progetti sull’idrogeno per più di 1 miliardo e mezzo di euro. Un ruolo importante è ricoperto dai progetti IPCEI – Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo – e dalle Hydrogen Valleys finanziate dal PNRR, in grado di supportare parallelamente la manifattura delle tecnologie da un lato e la messa a terra di progetti di utilizzo di idrogeno verde dall’altro. Per continuare il percorso di sviluppo saranno, inoltre, fondamentali i 3,64 miliardi del PNRR dedicati all’idrogeno.

Durante l’incontro, l’Associazione ha ribadito i punti di forza della filiera e gli asset nazionali che possano rendere l’Italia un hub strategico, con un ruolo chiave nel contesto europeo da sfruttare a proprio favore per rilanciare la competitività delle nostre imprese. In questo contesto è chiara la necessità di continuare a sviluppare la normativa sull’idrogeno come si sta facendo ora, lavorando con gli enti di riferimento per costruire un quadro completo e chiaro che promuova gli investimenti nel territorio.

Il Viceministro Valentini ha, inoltre, ribadito l’importanza di costruire una sinergia tra le politiche energetiche europee e i punti di forza del nostro sistema. Vi è la necessità di maturare una visione integrata nazionale che porti a progetti e iniziative che massimizzino il ritorno positivo degli investimenti effettuati, creando valore per l’intero paese.

“Accogliamo positivamente l’attenzione mostrata durante l’incontro dal Viceministro Valentini per la tutela e la crescita del settore dell’idrogeno anche in considerazione delle sfide nazionale e europee dei prossimi mesi – ha dichiarato Luigi Crema, Vice Presidente di H2IT e Presidente di Hydrogen Europe Research. H2IT ribadisce il proprio supporto alle istituzioni nel delineare le iniziative strategiche a supporto dello sviluppo della filiera italiana. Continueremo a offrire la nostra esperienza e conoscenza del settore al Governo e a tutte le istituzioni che, come noi, credono in questo fondamentale vettore energetico.”

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La North Adriatic Hydrogen Valley si aggiudica 25 millioni dalla Clean Hydrogen Partnership

L’impresa comune europea “Clean Hydrogen Partnership”, partenariato unico pubblico-privato per l’idrogeno pulito a sostegno delle attività di ricerca e innovazione nelle tecnologie dell’idrogeno in Europa, ha confermato i preliminari risultati della valutazione del bando 2022 “Hydrogen Valley – large scale” pubblicato a valere sul Programma quadro EU per la ricerca e innovazione “Horizon Europe”.

Il progetto transnazionale “Valle idrogeno Nord Adriatico” presentato e sostenuto dall’alleanza tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia, ha ricevuto una valutazione tecnica positiva e ora è ammesso alla successiva fase negoziale con la Commissione EU per l’assegnazione dei fondi stanziati. Una volta concluso anche tale passaggio, il progetto sarà eleggibile ad un finanziamento diretto europeo sino ad un massimo di 25 milioni di €. Gli esiti della procedura sono attesi agli inizi del mese di febbraio.

Il progetto prenderà il via nella seconda metà del 2023. Si tratta del primo progetto transnazionale in Europa dedicato alla creazione di una valle dedicata all’idrogeno. La North Adriatic Hydrogen Valley riunisce 34 partners e copre l’intera catena di stakeholder dalla produzione e stoccaggio alla distribuzione e uso finale dell’idrogeno in vari settori, principalmente nell’industria e nei trasporti. I partner dei tre Paesi svilupperanno progetti per produrre più di 5.000 tonnellate di idrogeno verde all’anno nel tentativo di decarbonizzare settori industriali chiave, come la produzione di acciaio e cemento e i trasporti.

Il partenariato, guidato dalla società slovena HSE, il più grande produttore sloveno di elettricità da fonti rinnovabili, è composto nel complesso da 34 enti che costituiscono gli attori chiave in rappresentanza delle istituzioni pubbliche, del mondo della ricerca e dell’industria della macroregione del Nord Adriatico coprendo l’intera filiera dell’idrogeno, dalla produzione, allo stoccaggio, alla distribuzione sino all’utilizzo finale di tale vettore energetico in una pluralità di settori. In rappresentanza del territorio italiano sostengono il progetto oltre all’Amministrazione regionale, l’ente nazionale di ricerca Area Science Park che ha svolto un ruolo di primaria importanza nel coordinamento dei contributi provenienti dai portatori di interesse italiani, Acegasapsamga S.p.A., Cimolai S.p.A., Faber Industrie S.p.A, Acciaierie Bertoli Safau, Danieli centro combustion S.p.A, Ferriere Nord S.p.A.,  Clean Technology Systems – CTS H2, Snam S.p.A, Halo industry S.p.A,  Fondazione Bruno Kessler, Università degli studi di Trieste, Tpl-Trasporto Pubblico Locale Fvg s.c.ar.l. e le affiliate Trieste Trasporti S.p.A. e  A.P.T. Azienda Provinciale Trasporti Gorizia, META Group Srl.

Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha affermato

“Accolgo con estrema soddisfazione questo risultato di altissimo valore che riguarda l’intero sistema territoriale regionale che si è impegnato, con grande convinzione, a costruire le basi per la costruzione di una valle idrogeno su scala transnazionale con l’obiettivo di accelerare il processo di transizione energetica. Il progetto “North Adriatic Hydrogen Valley” è nato dalla collaborazione già in essere tra gli hubs di ricerca e  innovazione del Friuli Venezia Giulia, della Slovenia e della Croazia che hanno saputo mettere a fattor comune, fornendo un esempio unico su scala macroregionale, conoscenza e competenze,  ed agli investimenti che già il settore industriale dei tre territori ha programmato e che richiede una capacità di coordinamento su ampia scala per produrre ricadute significative in termini occupazionali e di benessere delle nostre comunità. Confido che la valutazione positiva riconosciuta alla qualità del progetto a livello europeo porti alla conferma dell’ingente finanziamento atteso e sia di buon auspicio anche per le altre opportunità che la Regione intende sfruttare in maniera sinergica, a partire dagli investimenti previsti dal PNRR per la produzione e utilizzo dell’idrogeno”.

 

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H2IT esprime la propria posizione critica sulla revisione degli investimenti del PNRR che mette a rischio il settore idrogeno

Idrogeno, H2IT: la revisione degli investimenti del PNRR mette a rischio il settore, la sicurezza energetica e l’abbandono dei combustibili fossili. Un’occasione sprecata per dare al Paese una posizione di leadership e creare nuovi posti di lavoro. In pericolo gli investimenti fatti dalle aziende da oltre 10 anni. L’Associazione auspica l’apertura di un tavolo di confronto con i Ministeri competenti.

 

A seguito delle recenti notizie apparse su alcune testate giornalistiche di primaria importanza H2IT, Associazione italiana idrogeno, esprime la propria posizione in merito all’ipotesi di cancellare alcuni progetti di investimenti sulle infrastrutture di rifornimento per l’idrogeno espressa dal Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti On. Matteo Salvini. L’idrogeno rappresenta un vettore energetico strategico per l’economia, la sicurezza energetica e la crescita del Paese. I 3,64 miliardi del PNRR sono fondamentali per non vanificare gli investimenti già fatti dalle aziende, su cui hanno costruito una pianificazione fino al 2026. Dal trasporto pesante a quello ferroviario e navale: tanti grandi player italiani della mobilità e le loro filiere di PMI sono già all’avanguardia, ma occorrono investimenti pubblici e certezza normativa per programmare il futuro.

 

Milano, 23 gennaio 2023 – In relazione alla ricognizione dei progetti previsti dal PNRR in ambito idrogeno in corso da parte del Ministro per gli Affari Europei e PNRR on. Raffaele Fitto e le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti on. Matteo Salvini, che ha espresso la volontà di cancellare gli investimenti per la realizzazione di stazioni di rifornimento dell’idrogeno su strada e su ferrovia, H2IT – Associazione italiana idrogeno, che rappresenta oltre 100 soci tra grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università, sottolinea l’importanza strategica del comparto idrogeno, sviluppato grazie agli ingenti investimenti privati delle aziende.La revisione del PNRR comporterebbe un grave rischio per tutto il comparto e arresterebbe la crescita di aziende italiane in grado di assicurare al nostro Paese una posizione di leadership nell’economia della transizione energetica e di potenziare finalmente la filiera tecnologica. Rappresenterebbe, inoltre, un’occasione sprecata per la creazione di nuovi posti di lavoro e per rendere il Centro e il Sud, per le particolari condizioni meteorologiche di cui godono, veri e propri centri di produzione di energia.

L’Italia e importanti aziende e centri di ricerca hanno recentemente visto selezionati e finanziati progetti sull’idrogeno per più di 1 miliardo e mezzo di euro sommando gli IPCEI – Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (Important Project of Common European Interest) notificati, i bandi Ricerca e sviluppo approvati dal MITE a giugno 2022 e i bandi della Clean Hydrogen Partnership. Un eventuale cambio di rotta sarebbe in contrasto con la strategia di sviluppo già avviata, con ripercussioni gravi su tutto l’ecosistema e le filiere produttive legate allo sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico.

Per continuare il percorso di sviluppo della filiera, occorre supportare la strategia nazionale, in linea con il contesto internazionale attraverso investimenti mirati. I 3,64 miliardi del PNRR dedicati all’idrogeno rappresentano un primo passo, non ancora sufficiente, ma fortemente necessario, reso possibile grazie alla visione non ideologica ma tecnologicamente neutra promossa anche da partiti ora al governo. Si tratta di risorse su cui il comparto, fatto anche di tante PMI, fa affidamento e su cui ha costruito una programmazione nel quinquennio 2022-2026, con un importante impatto sia in termini di investimenti sia sul fronte occupazionale. Rivedere le progettualità del PNRR senza prima un confronto con gli operatori, rischia non solo di danneggiare fortemente il comparto, ma anche di contribuire a creare un gap competitivo del nostro Paese e delle nostre imprese rispetto agli altri Paesi europei. L’Italia, infatti, può giocare un ruolo di leadership grazie alle infrastrutture già presenti sul territorio per il trasporto del gas e all’expertise maturata in questo settore.

L’eventuale revisione dei progetti non sarebbe in linea con la programmazione europea, che ha raddoppiato gli obiettivi per l’idrogeno verde al 2030, sta investendo risorse tramite strumenti come l’IPCEI e ha annunciato l’istituzione di una Banca per l’Idrogeno.

Cancellare i progetti già previsti vanificherebbe gli sforzi fatti dal settore della mobilità. I grandi player dell’Automotive si sono già mossi con ingenti investimenti. Una scelta precisa che riguarda soprattutto la costruzione di infrastrutture idrogeno, che hanno un valore strategico enorme per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni dei veicoli commerciali pesanti. In ambito ferroviario, inoltre, le aziende statali hanno già fatto ordini per treni idrogeno, la cui implementazione sul territorio abilita lo sviluppo di Hydrogen Valley, mentre i grandi costruttori italiani ed europei sono vicini al lancio commerciale dei primi modelli a cella a combustibile alimentate a idrogeno.

La costruzione delle infrastrutture H2 è un fattore indispensabile per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni, sia dei veicoli leggeri, sia degli autobus che dei veicoli commerciali. Molti grandi costruttori, tra i quali una folta rappresentanza è costituita da italiani ed europei, hanno investito risorse anche nello sviluppo di mezzi alimentati ad idrogeno, per i benefici che questo tipo di tecnologia può offrire in termini di flessibilità di utilizzo, tempi di fermata per il rifornimento ed autonomia.

Alcuni veicoli leggeri e bus a celle a combustibile a idrogeno sono già disponibili sul mercato, e molti altri modelli, sia pesanti sia leggeri sono vicini al lancio commerciale. Per il trasporto leggero: Toyota, Hyundai e BMW; per il TPL Bus: IVECO BUS, Daimler, Solaris, Rampini CaetanoBus, e Industria Italiana Autobus; per i veicoli commerciali, leggeri o pesanti: IVECO, Hyundai, DAF, Stellantis, MAN, Daimler, Scania e Volvo; sui treni: fra i costruttori Alstom e Stadler, fra gli operatori interessati a progettualità con treni a idrogeno Ferrovie Nord Milano, Ferrovie della Calabria, ARST Sardegna, Ferrovie del Sud Est, Ferrovia Circumetnea; nel trasporto navale: Fincantieri, Grimaldi e nella logistica della movimentazione materiali: Toyota Material Handling.

L’Associazione auspica l’apertura di un tavolo di confronto e approfondimento con Ministri competenti per poter fornire il proprio contributo e supporto in una fase estremamente delicata che vede alcuni bandi ancora aperti e la pianificazione annunciata il 17 gennaio da parte della Commissione Europea del NetZero Industry Act, il piano industriale per il Green Deal che ha identificato l’idrogeno insieme all’eolico, le pompe di calore e il solare tra i settori cruciali per il raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero.

Comunicato Stampa_H2IT risponde a Salvini e Fitto_23_01_2023

 

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H2IT presenta il report “Installazione di celle a combustibile in ambito residenziale e commerciale”.

Edilizia e idrogeno; Stato dell’arte, le opportunità e le criticità relative all’uso delle celle al combustibile nelle costruzioni

L’edilizia è il settore energivoro per eccellenza. In Europa, il parco residenziale e commerciale, sempre più vecchio sia nelle strutture che negli impianti, è responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2. Specialmente in un periodo di instabilità geopolitica e di forte aumento dei prezzi, non puntare sull’elettrificazione e riqualificazione degli edifici, riducendo del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 come stabilito dall’UE, rischia di far perdere il treno della transizione energetica e di pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Per questo, sia Bruxelles che il Governo nazionale (attraverso il PNRR) hanno inserito tra le proprie priorità strategiche lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno verde, prodotto grazie all’impiego di energia da fonti rinnovabili, che diventerà sempre più determinante anche nell’edilizia. Ma quali sono le attuali applicazioni delle celle a combustibile in ambito edile? Quali sono le opportunità, le barriere e gli interventi necessari relativi a tali sistemi? Per rispondere a queste domande H2IT – l’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile che aggrega grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno, ha realizzato il paper “Installazione di celle a combustibile in ambito residenziale e commerciale”.

Partiamo da una premessa. La cella a combustibile a idrogeno sfrutta un processo elettrochimico per generare energia elettrica e calore e acqua, azzerando al 100% le emissioni inquinanti e climalteranti, raggiungendo un’elevata efficienza elettrica. Ad oggi, però, l’idrogeno non viene distribuito attraverso una rete di distribuzione come il gas naturale e deve quindi essere prodotto dal sistema stesso in loco oppure essere trasportato all’interno di bombole. È necessario, inoltre, sottolineare che, allo stato attuale, i sistemi a celle a combustibile disponibili sul mercato possono essere alimentati solamente da gas naturale che determinano in ogni caso una riduzione di emissioni di CO2rispetto alle tecnologie tradizionali (circa il 50% in meno).

Risulta però fondamentale cominciare a determinare un quadro dove tali sistemi si possano inserire così da permettere una transizione verso l’utilizzo di idrogeno puro.

Ma quali sono i vantaggi dell’investire sulla tecnologia delle celle al combustibile? Innanzitutto, possono raggiungere un’efficienza elettrica fino al 60%, il valore più alto fra i sistemi di produzione termoelettrica, a cui va sommata l’efficienza termica (fino al 30%). Lavorano bene in modalità di funzionamento costante 24 ore su 24, con produzioni annue che raggiungono anche le 8.700 ore e si prestano a coprire i consumi di base dell’edificio per quanto riguarda l’energia elettrica, contribuendo in misura parziale a coprire i fabbisogni termici, riducendo anche lo stress a cui sarà sottoposto sempre più il sistema elettrico nazionale. La diffusione di questi sistemi permetterà, inoltre, di mitigare la crescente richiesta di aumento puntuale di potenza impegnata nei singoli POD (punto di prelievo dell’elettricità) interessati, dovuto alla naturale conseguenza dell’elettrificazione in atto. Grazie alle basse emissioni e all’alta efficienza, le celle a combustibile possono rappresentare una vera svolta della microcogenerazione domestica e commerciale/industriale. La possibilità di abilitare, con interventi e costi minimi, la rete al trasporto e alla distribuzione dell’idrogeno, prima in blending con il gas naturale, successivamente come puro H2, permetterà e favorirà la diffusione e l’utilizzo delle fuel cell nel settore residenziale e commerciale.

Quali sono le criticità normative e tecnologiche? I sistemi a celle a combustibile attualmente disponibili sono alimentati mediante gas metano. Questo comporta automaticamente il loro inserimento all’interno delle tecnologie non rinnovabili con la diretta conseguenza di una loro gestione dal punto di vista burocratico-amministrativo analoga ai sistemi di microcogenerazione tradizionali. La microcogenerazione tradizionale, però, è stata concepita per la realizzazione di impianti di grossa potenza e non per applicazioni residenziali. Gli impianti di questo tipo devono dunque essere gestiti secondo un iter che certifichi la qualità dell’impianto, tipicamente finalizzato a maturare TEE (Certificati Bianchi). Questo iter è ingestibile ed improponibile in impianti di stazionari di piccola potenza che, tipicamente non sono interessati al conseguimento di TEE ma alle detrazioni fiscali a cui questi sistemi accedono. I TEE andrebbero eventualmente rivisti nell’ottica dell’utilizzo delle celle al combustibile, al fine di supportare effettivamente la soluzione, in termini di valore e di iter di certificazione. I sistemi commerciali sono già in grado di funzionare con una miscela arricchita fino al 30% con gas idrogeno. La tecnologia è già pronta ad offrire soluzioni ad idrogeno verde (quindi ad impatto nullo in atmosfera) ma è necessario colmare il gap tecnologico con prezzi più competitivi per il mercato domestico. Occorre introdurre delle semplificazioni nell’iter burocratico afferente a questi sistemi: solo in questo modo la diffusione di questa tecnologia sarà possibile e i costi scenderanno conseguentemente. I sistemi ad idrogeno verde ricadranno automaticamente nelle FER (fonti energetiche rinnovabili) e quindi le complicazioni attualmente in essere decadranno automaticamente, spostando il “problema” normativo/autorizzativo sullo stoccaggio in sito dell’idrogeno autoprodotto. Occorre però raggiungere quello scenario incentivando e semplificando le procedure per i sistemi attualmente presenti sul mercato.

Come abbattere queste barriere? Per sostenere la crescita del settore, H2IT presenta dieci proposte:

  1. Recepimento della normativa europea atta a semplificare le tipologie di sistemi elettricamente attivi verso la rete. In questo contesto di riforma integrale del quadro normativo occorrerà considerare le peculiarità specifiche dei sistemi a fuel cells;
  2. Considerando l’inquadramento normativo vigente e in attesa di quanto ribadito al punto 1, si suggerisce la semplificazione della procedura della qualifica CAR da parte del GSE;
  3. Modifica del T.U.A. ed elevazione della soglia di esenzione per sistemi non rinnovabili ma ad alto profilo tecnologico, ambientale e prestazionale;
  4. Esclusione dalla rilevazione statistica GSTAT che, per sistemi di questa taglia, rappresenta un onere difficile da gestire;
  5. Estendere la possibilità di scarico a parete degli esausti di reazione alla luce della tipologia e del bassissimo impatto ambientale di tali prodotti per i sistemi a fuel cell;
  6. Inserire i sistemi a celle a combustibile fra le tecnologie ammesse per adempiere a quanto prescritto per gli edifici di nuova costruzione ed i progetti di ristrutturazioni rilevanti;
  7. Inserimento della tecnologia a celle a combustibile fra quelle ammesse al meccanismo delle comunità energetiche;
  8. Chiarire alcune incongruenze presenti nei meccanismi di incentivazione attualmente in essere e, in un’ottica di una futura armonizzazione di tutti gli strumenti fiscali, definire l’inquadramento dei sistemi a celle a combustibile;
  9. La possibilità di far passare gli interventi di efficienza energetica con impianti micro-cogenerativi Fuel Cell per l’ottenimento di TEE legati sia agli ambiziosi obiettivi internazionali, europei e nazionali a contrasto del cambiamento climatico sia a quelli relativi all’efficienza energetica. Le tipologie di TEE debbono riguardare sia titoli di tipo I, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi finali di energia elettrica; sia di titoli di tipo II, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi di gas naturale.
  10. Mettere in atto attività di sensibilizzazione delle Amministrazioni Regionali nei confronti della cogenerazione tramite sistemi a fuel cell. L’inserimento della tecnologia fra quelle normalmente introdotte all’interno dei finanziamenti relativi ai Piani Operativi Regionali (POR) permetterebbe una maggiore diffusione della tecnologia rendendo meno onerosi i costi finali di installazione.

 

Il report di H2IT contiene anche una raccolta delle principali installazioni di utilizzo delle tecnologie Fuel Cell al mondo nella sua configurazione Power-to-Power, tra cui alcune anche in Italia.

Per poter leggere lo studio completo Clicca qui –>  Report H2IT – Installazione FC_web

Per stamparlo (ma sicuramente puoi anche non farlo) Clicca qui –> Report H2IT – Installazione FC-stampa

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Iberdrola e AECOM per una tratta ferroviaria a idrogeno in Italia

Il gruppo di energie rinnovabili Iberdrola, multinazionale spagnola che produce e fornisce energia, attiva anche in Italia dal 2016 e dal 2021 socia di H2IT, ha dichiarato che sta collaborando con AECOM per convertire un tratto ferroviario italiano a idrogeno verde.

Il collegamento ferroviario di 300 chilometri individuato che collega Sansepolcro (Arezzo) a Sulmona (L’Aquila), che attraversa quattro regioni dell’Italia centrale Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo, passando per Perugia, Terni, Rieti e L’Aquila, è solo parzialmente elettrificato ed è attualmente percorso da vecchi treni diesel.

“Oltre ad avere un grande impatto ambientale, il progetto mira ad avere significativi effetti economici e sociali”, ha detto il manager di Iberdrola Italia Lorenzo Costantini.

Iberdrola, leader mondiale nella produzione di energia eolica, sta lavorando a diversi progetti in tutto il mondo per produrre idrogeno da elettrolisi rinnovabile e fornirlo per vari usi, tra cui il trasporto pesante e l’industria chimica. Fa parte della green hydrogen catapult e sono promotori di uno dei più grandi impianti di produzione di h2 verde per usi industriali a Puertollano.

L’accordo con AECOM comprende anche uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un collegamento ferroviario alimentato a idrogeno che colleghi la località balneare di San Benedetto del Tronto a Roma.

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H2IT alla Camera dei Deputati: “L’idrogeno può essere la chiave per la transizione energetica e la competitività economica del Paese”

L’Associazione H2IT alla Camera dei Deputati: “L’idrogeno può essere la chiave per la transizione energetica e la competitività economica del Paese, ma occorre un piano strategico di ampio respiro e investire sull’idrogeno verde”

Il Presidente di H2IT Alberto Dossi e il Vicepresidente Luigi Crema sono intervenuti oggi alla “Commissione Attività Produttive, commercio, turismo” della Camera dei Deputati sottolineando le grandi opportunità di crescita della filiera e le barriere che la ostacolano

Milano, 12 maggio 2021 – La filiera italiana dell’idrogeno è in rapido sviluppo e, se supportata adeguatamente, può avere un impatto decisivo sia per la transizione energetica che per la competitività economica del Paese. Questo il messaggio chiave che H2IT – Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile, ha voluto inviare alle istituzioni in occasione dell’audizione odierna della Commissione Attività Produttive, commercio, turismo della Camera dei Deputati in merito alla proposta sul “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (PNRR).

Per la seconda volta dopo l’intervento dello scorso 2 febbraio, l’Associazione – che ha recentemente tagliato il traguardo dei 70 soci, quasi triplicati dal 2019 a oggi – è stata chiamata a intervenire in Parlamento su un tema di importanza strategica per l’economia nazionale. Durante l’audizione, il Presidente di H2IT, Alberto Dossi, ha sottolineato il cambiamento di prospettiva che l’Unione Europea ha impresso negli ultimi anni sul fronte della decarbonizzazione e della transizione ecologica e le grandi opportunità che ne derivano. In questa cornice l’idrogeno rappresenta il vettore chiave per raggiungere gli obiettivi posti; una strada già tracciata, che l’Italia deve avere il coraggio di perseguire. Infatti, il settore idrogeno è complesso e necessita di un piano strategico chiaro, di ampio respiro e che non subisca battute d’arresto o inversioni di marcia, ma che proceda gradualmente con azioni sul breve, medio e lungo periodo, soprattutto per quanto riguarda il ruolo futuro dell’idrogeno verde. Non farlo causerebbe rischiosi rallentamenti o deviazioni che potrebbero escludere l’Italia dalle principali iniziative europee e internazionali.

Ci sono comunque segnali positivi, che arrivano proprio dal PNRR. Gli investimenti previsti al suo interno mirano ad avviare la graduale decarbonizzazione dell’industria pesante, a sviluppare una rete di stazioni di rifornimento sui corridoi strategici, a supportare lo sviluppo di hydrogen valleys, ad incentivare la produzione di idrogeno verde e a potenziare la ricerca. Come ricordato da Dossi, l’Italia è inoltre impegnata nella partecipazione ai grandi progetti di comune interesse europeo sull’idrogeno che porteranno una spinta all’innovazione e alla costruzione di una filiera industriale strategica europea.

Il percorso però, come ribadito nel suo intervento dal Vicepresidente di H2IT Luigi Crema, è ancora lungo. Riprendendo i concetti emersi dal report “Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”, presentato da H2IT a inizio anno, Crema ha evidenziato gli elementi fondamentali su cui il Paese deve concentrarsi. Occorre accelerare la transizione verso l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili; supportare progetti nazionali di grande scala, che sfruttino le competenze delle aziende italiane per competere poi a livello internazionale; costruire una rete infrastrutturale per la logistica e il trasporto dell’idrogeno, con un occhio di riguardo alle tematiche della distribuzione e dello stoccaggio; sviluppare infrastrutture per la mobilità a idrogeno, oggi quasi inesistenti (come le stazioni di servizio); incentivare la ricerca e lo sviluppo per generare ricavi e nuovi posti di lavoro. Le barriere che ostacolano la crescita della filiera non devono demotivare ma stimolare il sistema Paese ad adottare un approccio strategico per non perdere il treno dell’evoluzione energetica e tecnologica.

Le due partecipazioni ai cicli di audizioni della Camera dei Deputati non sono le uniche attività di sensibilizzazione delle Istituzioni sul tema idrogeno intraprese da H2IT. Già dal 2016 l’Associazione ha supportato i Ministeri competenti, nell’elaborazione del “Piano Nazionale per la Mobilità ad Idrogeno” aggiornato poi nel 2019. Ha poi collaborato nel 2018 con il Ministero dell’Interno per la stesura della “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione” e realizzato nel 2019 il Position paper “Strategia Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile”. A gennaio 2021 H2IT ha presentato anche il report ricordato proprio durante l’audizione “Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”.

Oltre al dialogo con la politica, H2IT proseguirà il proprio impegno continuando con i tavoli di lavoro specifici e tecnici per analizzare gli ostacoli allo sviluppo del settore e supportando con iniziative mirate le PMI e le start-up in questa fase di apertura del mercato.

Per scaricare la memoria completa presentata durante l’audizione CLICCA QUI

Per scaricare la presentazione mostrata CLICCA QUI

 

Per scaricare il report di H2IT “Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”, CLICCA QUI

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H2IT interviene alla Camera dei Deputati sul “Piano nazionale di ripresa e resilienza”

L’Associazione H2IT interviene alla Camera dei Deputati sul “Piano nazionale di ripresa e resilienza” e presenta le proposte per promuovere lo sviluppo dell’idrogeno.

Il Presidente di H2IT Alberto Dossi: “Settore dalle grandi potenzialità e fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050. L’Italia può e deve essere protagonista”

Milano, 3 febbraio 2021 – Dopo aver recentemente presentato il report “Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”, H2IT – Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile – prosegue nel suo impegno per promuovere una maggiore cultura sull’uso dell’idrogeno in Italia. L’associazione, che rappresenta ben 54 soci tra aziende e centri di ricerca coinvolti nella filiera, dalla produzione fino agli usi finali per l’industria, il settore residenziale e la mobilità, è intervenuta il 2 febbraio  alla Camera dei deputati nel ciclo di audizioni della Commissione Attività Produttive, commercio, turismo in merito alla proposta sul “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (PNRR).

Il Presidente di H2IT Alberto Dossi ha mostrato le potenzialità di sviluppo di un settore che, se adeguatamente sostenuto, può creare importanti opportunità economiche e giocare un ruolo primario nel panorama europeo e internazionale. La Commissione Europea, infatti, identifica l’idrogeno come uno dei settori chiave e una delle catene del valore strategiche per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050. L’idrogeno è un vettore energetico che non genera emissioni di CO2 e, se prodotto da fonti rinnovabili attraverso il processo di elettrolisi dell’acqua, è privo di emissioni sia carboniche che inquinanti anche nella sua produzione. E in questo processo di sviluppo e di ricerca l’Italia può e deve essere uno dei principali protagonisti, potendo contare sull’esperienza delle nostre aziende, dei centri di ricerca e delle Università.

All’interno del PNRR l’idrogeno è già presente in 3 delle 6 missioni: “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” ed “Istruzione e Ricerca”, ma in linea generale, secondo H2IT, il piano potrebbe essere potenziato negli aspetti di dettaglio riguardanti i progetti specifici e le risorse che andranno a finanziarli, nel chiarire le modalità di finanziamento di tali progetti e i prossimi passi per la loro implementazione.

Risulta importante ampliare l’azione del PNRR da ambiti specifici citati nello stesso ad azioni più ampie relative ai settori dell’industria e del trasporto pesanti, dell’integrazione di fonti rinnovabili e delle relative infrastrutture. Lo sviluppo di questa filiera richiede parallelamente l’implementazione di un quadro legislativo, normativo e autorizzativo abilitante senza il quale tali progetti non potrebbero compiersi.

Durante l’audizione H2IT ha toccato alcuni punti chiave per quanto riguarda l’idrogeno e il PNRR. Tra questi la produzione, l’esigenza di una filiera che deve essere integrata, il quadro normativo, la ricerca e sviluppo, la mobilità e trasporto, la tecnologia, l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria ‘hard-to-abate’.

Per scaricare la memoria completa presentata durante l’audizione

Audizione H2IT – PNRR

Per scaricare il report di H2IT “Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”, CLICCA QUI

Link al Video dell’Audizione

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H2IT pubblica il Report: “Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”

Milano, 19 gennaio 2021

Il 2020 è stato l’anno della svolta per le politiche ambientali europee. Complici anche l’emergenza sanitaria e l’attenzione dell’opinione pubblica alle tematiche green, l’UE ha varato una strategia che prevede di ridurre del 100% le emissioni di CO2 entro il 2050. In questo contesto, l’idrogeno si presenta come soluzione chiave, complementare con altre tecnologie, per la decarbonizzazione del sistema energetico.

L’idrogeno è un vettore energetico che non genera emissioni di CO2, inoltre se prodotto da fonti rinnovabili attraverso il processo di elettrolisi dell’acqua è privo di emissioni sia carboniche che inquinanti anche nella sua produzione. Può essere conservato per lungo tempo sia in forma gassosa che liquida e permette di utilizzare infrastrutture di trasporto e distribuzione già esistenti con costi di adeguamento sostenibili. Può essere usato in diverse tipologie di veicoli per la mobilità di merci e persone, come materia prima nelle industrie, come combustibile nei processi ad alta temperatura, può essere utilizzato nel settore industriale e residenziale in sostituzione ai combustibili fossili per la produzione di energia e calore, puro o in miscela col gas naturale, sia attraverso processi elettrochimici con celle a combustibile sia bruciandolo come un carburante tradizionale ottenendo una combustione a zero emissioni di CO2. Con un immagazzinamento che non presenta particolari problemi di sicurezza, offre quindi una soluzione per decarbonizzare i processi industriali e i settori energetici in cui la riduzione delle emissioni di carbonio è urgente e difficile da ottenere.

Ma come può l’elemento più piccolo e abbondante dell’universo osservabile essere davvero la chiave di volta verso un modello energetico sostenibile? H2IT – Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, ha presentato oggi il report “Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia” in occasione dell’evento digitale Idrogeno: il futuro dell’energia è oggi.

Durante l’incontro, a cui hanno partecipato Alberto Dossi, Presidente di H2IT, Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT,  la Prof.ssa Filomena Maggino, Consigliere del Presidente del Consiglio e Presidente della Cabina di regia Benessere Italia, e gli onorevoli Vanessa Cattoi (Lega) e Andrea Vallascas (M5S), e moderato da Marcello Baricco dell’Università di Torino, Istituzioni e protagonisti della filiera hanno dialogato sul potenziale del settore, delineando le priorità per una Strategia Nazionale dell’Idrogeno. Su tutti spiccano la necessità di un quadro legislativo certo e semplificato e un piano di investimenti a lungo termine per sviluppare le infrastrutture e finanziare la ricerca e l’innovazione.

L’Italia ha il potenziale per posizionarsi strategicamente in tutti i settori di riferimento della filiera idrogeno: produzione, logistica e trasporto, industria, mobilità, residenziale.  – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT – Abbiamo grandi operatori e aziende determinanti nell’apertura del mercato, PMI e start-up innovative, centri di ricerca di rilevanza internazionale. Con questo report, realizzato coinvolgendo ben 67 organizzazioni attive nel settore, abbiamo voluto dare il nostro contributo allo sviluppo di un mercato che diventerà sempre più centrale nell’economia nazionale ed europea. Per vincere la sfida della decarbonizzazione è giunto il momento di elaborare una Strategia Nazionale dell’Idrogeno che realizzi un ampio piano di investimenti e riforme. H2IT, in quanto voce unica nel panorama italiano, è pronta a lavorare insieme alle istituzioni mettendo a disposizione tutte le competenze necessarie per favorire il processo decisionale.”

Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT ha presentato il Report nato dalla collaborazione tra 48 player dell’industria, 12 centri di ricerca e 7 tra cluster e associazioni, il report presentato oggi contiene le raccomandazioni essenziali per creare le condizioni politiche e normative a sostegno del comparto in Italia. Uno studio dettagliato, che ha coinvolto l’intera filiera e portato all’elaborazione di 51 priorità d’azione e 66 policy, declinate in 7 diversi segmenti: produzione; trasporto, distribuzione e trattamento; stoccaggio; mobilità; usi energetici; usi industriali, residenziali e feedstock; supply chain e tematiche trasversali. A partire da queste, H2IT suggerisce alle istituzioni alcune priorità strategiche per abbattere le barriere allo sviluppo del settore idrogeno in Italia:

  1. Definire il ruolo strategico a lungo termine dell’idrogeno: è fondamentale tracciare una direzione chiara che indichi delle azioni puntuali e degli obiettivi definiti per supportare il settore e abilitare gli investimenti. Nella prima fase di sviluppo, per coprire i gap economici esistenti sarà necessario il supporto pubblico attraverso un sostegno dedicato e stabile nel lungo periodo.
  2. Sviluppare un quadro legislativo e tecnico-normativo chiaro: regole certe, semplificate a livello burocratico e armonizzate a livello internazionale consentirebbero alle aziende coinvolte nell’intera filiera di operare, su uno scenario europeo, in condizioni favorevoli anche per gli investimenti.
  3. Garantire la certificazione di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni: un sistema di certificazione basato su Garanzie di Origine al fine di promuovere l’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni, in linea con le direttive europee.
  4. Supportare la ricerca, l’innovazione e la formazione: in questa fase di sviluppo, il ruolo dei centri di ricerca è primario, vanno quindi supportati con finanziamenti ad accessibilità semplificata per progetti dimostrativi o di ricerca specifici. L’evoluzione del settore richiederà anche figure professionali specializzate in un’ampia gamma di conoscenze tecniche che si possono creare investendo sull’educazione, dalle scuole superiori fino a quella universitaria per formare i futuri tecnici specializzati. Un’occasione imperdibile per un paese che vuole ripartire creando nuove opportunità d’occupazione.
  5. Sviluppare un’infrastruttura di rifornimento per la mobilità: la costruzione di una rete di stazioni di rifornimento per veicoli idrogeno è la soluzione migliore per permettere la circolazione di mezzi a celle a combustibile sia per il trasporto leggero che per quello pesante su gomma, ma anche dedicate al trasporto ferroviario e ai mezzi negli hub logistici, come porti e aeroporti.
  6. Incoraggiare la collaborazione strategica tra progetti di Hydrogen Valleys: è prioritario individuare i nuclei iniziali per lo sviluppo sinergico di più usi finali e sviluppare diverse applicazioni al fine di favorire la crescita della domanda, lo scale-up delle tecnologie e di conseguenza ridurre i costi.
  7. Sensibilizzare e informare l’opinione pubblica: lo sviluppo della filiera deve essere accompagnato da campagne informative e progetti educativi sulle tecnologie dell’idrogeno e sulle procedure di sicurezza applicate.

 

Istituzioni e protagonisti della filiera hanno dialogato sul potenziale del settore, delineando le priorità per una Strategia Nazionale dell’Idrogeno. Su tutti spiccano la necessità di un quadro legislativo certo e semplificato e un piano di investimenti a lungo termine per sviluppare le infrastrutture e finanziare la ricerca e l’innovazione. 

Ai seguenti link è possibile scaricare il report completo, la Presentazione mostrata durante l’evento

Report: “Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”

H2IT_REPORT_Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia 19gen21

Discorso Dossi_evento 19 gennaio

Saluti Vice Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni

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