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Category Archives: Normativa

H2IT presenta il report “Installazione di celle a combustibile in ambito residenziale e commerciale”.

Edilizia e idrogeno; Stato dell’arte, le opportunità e le criticità relative all’uso delle celle al combustibile nelle costruzioni

L’edilizia è il settore energivoro per eccellenza. In Europa, il parco residenziale e commerciale, sempre più vecchio sia nelle strutture che negli impianti, è responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2. Specialmente in un periodo di instabilità geopolitica e di forte aumento dei prezzi, non puntare sull’elettrificazione e riqualificazione degli edifici, riducendo del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 come stabilito dall’UE, rischia di far perdere il treno della transizione energetica e di pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Per questo, sia Bruxelles che il Governo nazionale (attraverso il PNRR) hanno inserito tra le proprie priorità strategiche lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno verde, prodotto grazie all’impiego di energia da fonti rinnovabili, che diventerà sempre più determinante anche nell’edilizia. Ma quali sono le attuali applicazioni delle celle a combustibile in ambito edile? Quali sono le opportunità, le barriere e gli interventi necessari relativi a tali sistemi? Per rispondere a queste domande H2IT – l’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile che aggrega grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno, ha realizzato il paper “Installazione di celle a combustibile in ambito residenziale e commerciale”.

Partiamo da una premessa. La cella a combustibile a idrogeno sfrutta un processo elettrochimico per generare energia elettrica e calore e acqua, azzerando al 100% le emissioni inquinanti e climalteranti, raggiungendo un’elevata efficienza elettrica. Ad oggi, però, l’idrogeno non viene distribuito attraverso una rete di distribuzione come il gas naturale e deve quindi essere prodotto dal sistema stesso in loco oppure essere trasportato all’interno di bombole. È necessario, inoltre, sottolineare che, allo stato attuale, i sistemi a celle a combustibile disponibili sul mercato possono essere alimentati solamente da gas naturale che determinano in ogni caso una riduzione di emissioni di CO2rispetto alle tecnologie tradizionali (circa il 50% in meno).

Risulta però fondamentale cominciare a determinare un quadro dove tali sistemi si possano inserire così da permettere una transizione verso l’utilizzo di idrogeno puro.

Ma quali sono i vantaggi dell’investire sulla tecnologia delle celle al combustibile? Innanzitutto, possono raggiungere un’efficienza elettrica fino al 60%, il valore più alto fra i sistemi di produzione termoelettrica, a cui va sommata l’efficienza termica (fino al 30%). Lavorano bene in modalità di funzionamento costante 24 ore su 24, con produzioni annue che raggiungono anche le 8.700 ore e si prestano a coprire i consumi di base dell’edificio per quanto riguarda l’energia elettrica, contribuendo in misura parziale a coprire i fabbisogni termici, riducendo anche lo stress a cui sarà sottoposto sempre più il sistema elettrico nazionale. La diffusione di questi sistemi permetterà, inoltre, di mitigare la crescente richiesta di aumento puntuale di potenza impegnata nei singoli POD (punto di prelievo dell’elettricità) interessati, dovuto alla naturale conseguenza dell’elettrificazione in atto. Grazie alle basse emissioni e all’alta efficienza, le celle a combustibile possono rappresentare una vera svolta della microcogenerazione domestica e commerciale/industriale. La possibilità di abilitare, con interventi e costi minimi, la rete al trasporto e alla distribuzione dell’idrogeno, prima in blending con il gas naturale, successivamente come puro H2, permetterà e favorirà la diffusione e l’utilizzo delle fuel cell nel settore residenziale e commerciale.

Quali sono le criticità normative e tecnologiche? I sistemi a celle a combustibile attualmente disponibili sono alimentati mediante gas metano. Questo comporta automaticamente il loro inserimento all’interno delle tecnologie non rinnovabili con la diretta conseguenza di una loro gestione dal punto di vista burocratico-amministrativo analoga ai sistemi di microcogenerazione tradizionali. La microcogenerazione tradizionale, però, è stata concepita per la realizzazione di impianti di grossa potenza e non per applicazioni residenziali. Gli impianti di questo tipo devono dunque essere gestiti secondo un iter che certifichi la qualità dell’impianto, tipicamente finalizzato a maturare TEE (Certificati Bianchi). Questo iter è ingestibile ed improponibile in impianti di stazionari di piccola potenza che, tipicamente non sono interessati al conseguimento di TEE ma alle detrazioni fiscali a cui questi sistemi accedono. I TEE andrebbero eventualmente rivisti nell’ottica dell’utilizzo delle celle al combustibile, al fine di supportare effettivamente la soluzione, in termini di valore e di iter di certificazione. I sistemi commerciali sono già in grado di funzionare con una miscela arricchita fino al 30% con gas idrogeno. La tecnologia è già pronta ad offrire soluzioni ad idrogeno verde (quindi ad impatto nullo in atmosfera) ma è necessario colmare il gap tecnologico con prezzi più competitivi per il mercato domestico. Occorre introdurre delle semplificazioni nell’iter burocratico afferente a questi sistemi: solo in questo modo la diffusione di questa tecnologia sarà possibile e i costi scenderanno conseguentemente. I sistemi ad idrogeno verde ricadranno automaticamente nelle FER (fonti energetiche rinnovabili) e quindi le complicazioni attualmente in essere decadranno automaticamente, spostando il “problema” normativo/autorizzativo sullo stoccaggio in sito dell’idrogeno autoprodotto. Occorre però raggiungere quello scenario incentivando e semplificando le procedure per i sistemi attualmente presenti sul mercato.

Come abbattere queste barriere? Per sostenere la crescita del settore, H2IT presenta dieci proposte:

  1. Recepimento della normativa europea atta a semplificare le tipologie di sistemi elettricamente attivi verso la rete. In questo contesto di riforma integrale del quadro normativo occorrerà considerare le peculiarità specifiche dei sistemi a fuel cells;
  2. Considerando l’inquadramento normativo vigente e in attesa di quanto ribadito al punto 1, si suggerisce la semplificazione della procedura della qualifica CAR da parte del GSE;
  3. Modifica del T.U.A. ed elevazione della soglia di esenzione per sistemi non rinnovabili ma ad alto profilo tecnologico, ambientale e prestazionale;
  4. Esclusione dalla rilevazione statistica GSTAT che, per sistemi di questa taglia, rappresenta un onere difficile da gestire;
  5. Estendere la possibilità di scarico a parete degli esausti di reazione alla luce della tipologia e del bassissimo impatto ambientale di tali prodotti per i sistemi a fuel cell;
  6. Inserire i sistemi a celle a combustibile fra le tecnologie ammesse per adempiere a quanto prescritto per gli edifici di nuova costruzione ed i progetti di ristrutturazioni rilevanti;
  7. Inserimento della tecnologia a celle a combustibile fra quelle ammesse al meccanismo delle comunità energetiche;
  8. Chiarire alcune incongruenze presenti nei meccanismi di incentivazione attualmente in essere e, in un’ottica di una futura armonizzazione di tutti gli strumenti fiscali, definire l’inquadramento dei sistemi a celle a combustibile;
  9. La possibilità di far passare gli interventi di efficienza energetica con impianti micro-cogenerativi Fuel Cell per l’ottenimento di TEE legati sia agli ambiziosi obiettivi internazionali, europei e nazionali a contrasto del cambiamento climatico sia a quelli relativi all’efficienza energetica. Le tipologie di TEE debbono riguardare sia titoli di tipo I, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi finali di energia elettrica; sia di titoli di tipo II, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi di gas naturale.
  10. Mettere in atto attività di sensibilizzazione delle Amministrazioni Regionali nei confronti della cogenerazione tramite sistemi a fuel cell. L’inserimento della tecnologia fra quelle normalmente introdotte all’interno dei finanziamenti relativi ai Piani Operativi Regionali (POR) permetterebbe una maggiore diffusione della tecnologia rendendo meno onerosi i costi finali di installazione.

 

Il report di H2IT contiene anche una raccolta delle principali installazioni di utilizzo delle tecnologie Fuel Cell al mondo nella sua configurazione Power-to-Power, tra cui alcune anche in Italia.

Per poter leggere lo studio completo Clicca qui –>  Report H2IT – Installazione FC_web

Per stamparlo (ma sicuramente puoi anche non farlo) Clicca qui –> Report H2IT – Installazione FC-stampa

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H2IT pubblica il Report: “Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”

Milano, 19 gennaio 2021

Il 2020 è stato l’anno della svolta per le politiche ambientali europee. Complici anche l’emergenza sanitaria e l’attenzione dell’opinione pubblica alle tematiche green, l’UE ha varato una strategia che prevede di ridurre del 100% le emissioni di CO2 entro il 2050. In questo contesto, l’idrogeno si presenta come soluzione chiave, complementare con altre tecnologie, per la decarbonizzazione del sistema energetico.

L’idrogeno è un vettore energetico che non genera emissioni di CO2, inoltre se prodotto da fonti rinnovabili attraverso il processo di elettrolisi dell’acqua è privo di emissioni sia carboniche che inquinanti anche nella sua produzione. Può essere conservato per lungo tempo sia in forma gassosa che liquida e permette di utilizzare infrastrutture di trasporto e distribuzione già esistenti con costi di adeguamento sostenibili. Può essere usato in diverse tipologie di veicoli per la mobilità di merci e persone, come materia prima nelle industrie, come combustibile nei processi ad alta temperatura, può essere utilizzato nel settore industriale e residenziale in sostituzione ai combustibili fossili per la produzione di energia e calore, puro o in miscela col gas naturale, sia attraverso processi elettrochimici con celle a combustibile sia bruciandolo come un carburante tradizionale ottenendo una combustione a zero emissioni di CO2. Con un immagazzinamento che non presenta particolari problemi di sicurezza, offre quindi una soluzione per decarbonizzare i processi industriali e i settori energetici in cui la riduzione delle emissioni di carbonio è urgente e difficile da ottenere.

Ma come può l’elemento più piccolo e abbondante dell’universo osservabile essere davvero la chiave di volta verso un modello energetico sostenibile? H2IT – Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, ha presentato oggi il report “Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia” in occasione dell’evento digitale Idrogeno: il futuro dell’energia è oggi.

Durante l’incontro, a cui hanno partecipato Alberto Dossi, Presidente di H2IT, Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT,  la Prof.ssa Filomena Maggino, Consigliere del Presidente del Consiglio e Presidente della Cabina di regia Benessere Italia, e gli onorevoli Vanessa Cattoi (Lega) e Andrea Vallascas (M5S), e moderato da Marcello Baricco dell’Università di Torino, Istituzioni e protagonisti della filiera hanno dialogato sul potenziale del settore, delineando le priorità per una Strategia Nazionale dell’Idrogeno. Su tutti spiccano la necessità di un quadro legislativo certo e semplificato e un piano di investimenti a lungo termine per sviluppare le infrastrutture e finanziare la ricerca e l’innovazione.

L’Italia ha il potenziale per posizionarsi strategicamente in tutti i settori di riferimento della filiera idrogeno: produzione, logistica e trasporto, industria, mobilità, residenziale.  – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT – Abbiamo grandi operatori e aziende determinanti nell’apertura del mercato, PMI e start-up innovative, centri di ricerca di rilevanza internazionale. Con questo report, realizzato coinvolgendo ben 67 organizzazioni attive nel settore, abbiamo voluto dare il nostro contributo allo sviluppo di un mercato che diventerà sempre più centrale nell’economia nazionale ed europea. Per vincere la sfida della decarbonizzazione è giunto il momento di elaborare una Strategia Nazionale dell’Idrogeno che realizzi un ampio piano di investimenti e riforme. H2IT, in quanto voce unica nel panorama italiano, è pronta a lavorare insieme alle istituzioni mettendo a disposizione tutte le competenze necessarie per favorire il processo decisionale.”

Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT ha presentato il Report nato dalla collaborazione tra 48 player dell’industria, 12 centri di ricerca e 7 tra cluster e associazioni, il report presentato oggi contiene le raccomandazioni essenziali per creare le condizioni politiche e normative a sostegno del comparto in Italia. Uno studio dettagliato, che ha coinvolto l’intera filiera e portato all’elaborazione di 51 priorità d’azione e 66 policy, declinate in 7 diversi segmenti: produzione; trasporto, distribuzione e trattamento; stoccaggio; mobilità; usi energetici; usi industriali, residenziali e feedstock; supply chain e tematiche trasversali. A partire da queste, H2IT suggerisce alle istituzioni alcune priorità strategiche per abbattere le barriere allo sviluppo del settore idrogeno in Italia:

  1. Definire il ruolo strategico a lungo termine dell’idrogeno: è fondamentale tracciare una direzione chiara che indichi delle azioni puntuali e degli obiettivi definiti per supportare il settore e abilitare gli investimenti. Nella prima fase di sviluppo, per coprire i gap economici esistenti sarà necessario il supporto pubblico attraverso un sostegno dedicato e stabile nel lungo periodo.
  2. Sviluppare un quadro legislativo e tecnico-normativo chiaro: regole certe, semplificate a livello burocratico e armonizzate a livello internazionale consentirebbero alle aziende coinvolte nell’intera filiera di operare, su uno scenario europeo, in condizioni favorevoli anche per gli investimenti.
  3. Garantire la certificazione di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni: un sistema di certificazione basato su Garanzie di Origine al fine di promuovere l’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni, in linea con le direttive europee.
  4. Supportare la ricerca, l’innovazione e la formazione: in questa fase di sviluppo, il ruolo dei centri di ricerca è primario, vanno quindi supportati con finanziamenti ad accessibilità semplificata per progetti dimostrativi o di ricerca specifici. L’evoluzione del settore richiederà anche figure professionali specializzate in un’ampia gamma di conoscenze tecniche che si possono creare investendo sull’educazione, dalle scuole superiori fino a quella universitaria per formare i futuri tecnici specializzati. Un’occasione imperdibile per un paese che vuole ripartire creando nuove opportunità d’occupazione.
  5. Sviluppare un’infrastruttura di rifornimento per la mobilità: la costruzione di una rete di stazioni di rifornimento per veicoli idrogeno è la soluzione migliore per permettere la circolazione di mezzi a celle a combustibile sia per il trasporto leggero che per quello pesante su gomma, ma anche dedicate al trasporto ferroviario e ai mezzi negli hub logistici, come porti e aeroporti.
  6. Incoraggiare la collaborazione strategica tra progetti di Hydrogen Valleys: è prioritario individuare i nuclei iniziali per lo sviluppo sinergico di più usi finali e sviluppare diverse applicazioni al fine di favorire la crescita della domanda, lo scale-up delle tecnologie e di conseguenza ridurre i costi.
  7. Sensibilizzare e informare l’opinione pubblica: lo sviluppo della filiera deve essere accompagnato da campagne informative e progetti educativi sulle tecnologie dell’idrogeno e sulle procedure di sicurezza applicate.

 

Istituzioni e protagonisti della filiera hanno dialogato sul potenziale del settore, delineando le priorità per una Strategia Nazionale dell’Idrogeno. Su tutti spiccano la necessità di un quadro legislativo certo e semplificato e un piano di investimenti a lungo termine per sviluppare le infrastrutture e finanziare la ricerca e l’innovazione. 

Ai seguenti link è possibile scaricare il report completo, la Presentazione mostrata durante l’evento

Report: “Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”

H2IT_REPORT_Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia 19gen21

Discorso Dossi_evento 19 gennaio

Saluti Vice Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni

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LA STRATEGIA DELL’EUROPA SULL’IDROGENO

Ci sono molte ragioni per cui l’idrogeno è una priorità chiave per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e la transizione europea verso un energia pulita. Si prevede che l’elettricità rinnovabile decarbonizzerà ampiamente i consumi energetici dell’UE entro il 2050, ma non del tutto. L’idrogeno è in grado di colmare questo divario. Inoltre l’Europa può essere competitiva nella produzione di tecnologie idrogeno pulite. Attualmente l’idrogeno verde o a basso contenuto di carbonio non è economicamente competitivo rispetto al tradizionale idrogeno grigio, e da qui la necessità di un approccio strategico.

La priorità per l’Europa è sviluppare l’idrogeno rinnovabile, da solare ed eolico. Questa scelta si basa su un’industria europea che potrà creare nuove opportunità di crescita economica e nuovi posti di lavoro. Nel breve e medio periodo saranno necessarie altre forme di idrogeno a basso contributo di carbonio.

  • La ROAD MAP delineata dalla Strategia individua tre fasi: 2020-2024, 2025-2030 e 2030-2050, ponendo obiettivi per l’installazione di elettrolizzatori in Europa con valori che si attestano intorno ai 6GW nella prima fase e 40 GW nella seconda, corrispondente a 10 milioni di tonnellate di H2.

Il Piano dell’industria Europea rappresentato da Hydrogen Europe è delineato nel report Green Hydrogen for a European Green Deal A 2×40 GW Initiative.

  • Alla Road Map si affianca UN PIANO DI INVESTIMENTI

Da adesso al 2030, gli investimenti in elettrolizzatori potrebbero variare tra i € 24 e i € 42 miliardi. Inoltre, nello stesso periodo, sarebbero necessari 220-340 miliardi di euro per aumentare e collegare direttamente agli elettrolizzatori 80-120 GW di capacità di produzione di energia solare ed eolica per fornire l’elettricità necessaria. Gli investimenti in impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2 sono stimati a circa 11 miliardi di euro. Inoltre, saranno necessari investimenti per 65 miliardi di euro per il trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio dell’idrogeno e le stazioni di rifornimento di idrogeno. Hydrogen Roadmap Europe

Clean Hydrogen Alliance

Per supportare tali investimenti la Commissione ha lanciato nella stessa giornata la Clean Hydrogen Alliance, già menzionata nella Strategia Industriale Europea.

La European Clean Hydrogen Alliance riunisce industria, autorità pubbliche nazionali e locali, società civile e altre parti interessate e ha l’obiettivo di mettere in campo progetti per lo scale up della produzione e della domanda di idrogeno. Si struttura attraverso tavole rotonde guidate da CEO di industrie chiave della catena del valore interconnesse a una piattaforma che riunisce stakeholder diversi, i risultati confluiranno in un ampio forum per coordinare gli investimenti di tutte le parti interessate.

L’allenza dovrebbe anche facilitare la cooperazione in una serie di grandi progetti di investimento sulla catena del valore strategica dell’idrogeno, come gli Important Project of Common European Interests. lo strumento degli IPCEI consente la messa in campo di grandi progetti integrati transfrontalieri e di industrial deployment.

La rinnovata strategia di finanza sostenibile che sarà adottata entro la fine del 2020 e la tassonomia della finanza sostenibile dell’UE guideranno gli investimenti in idrogeno nei settori economici chiave promuovendo attività e progetti che forniranno un contributo sostanziale alla decarbonizzazione.

Anche le possibilità offerte alle regioni ad alta intensità di emissioni di CO2 nell’ambito del Just Transition Mechanism dovrebbero essere esplorate a fondo.

Infine, verranno sfruttate le sinergie tra Connecting Europe Facility Energy e Connecting Europe Facility Transport per finanziare infrastrutture dedicate per l’idrogeno, il riutilizzo delle reti di gas, progetti di impianti CCS e quelli per lo sviluppo di stazioni di rifornimento di idrogeno.

  • STIMOLARE DOMANDA E OFFERTA per costruire un’economia dell’idrogeno in Europa che coinvolga tutta la catena del valore, saranno necessarie politiche di sostegno.

Al fine di adattare un quadro politico di supporto che mira alla riduzione delle emissioni di carbonio  è necessaria una terminologia completa e criteri a livello europeo per la certificazione dell’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio, eventualmente basandosi sull’attuale monitoraggio, comunicazione e verifica dell’ETS e sulle disposizioni stabilite nella direttiva sulle energie rinnovabili.

  • PROGETTARE UN QUADRO PER LE INFRASTRUTTURE DI IDROGENO E LE NORME DI MERCATO

Una condizione per un uso diffuso dell’idrogeno come vettore energetico nell’UE è la disponibilità di infrastrutture energetiche per collegare domanda e offerta. Questo processo dovrebbe essere combinato con una strategia per soddisfare la domanda di trasporto attraverso una rete di stazioni di rifornimento, delineata dalla revisione della direttiva sulle infrastrutture per i carburanti alternativi e dalla revisione della rete transeuropea di trasporto (TEN-T).

Inoltre il passaggio a un mercato liquido basato sul commercio di idrogeno come commodity faciliterebbe l’ingresso di nuovi produttori e sarebbe vantaggioso per una maggiore integrazione con altri vettori energetici.

  • PROMOZIONE DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE NELLE TECNOLOGIE DELL’IDROGENO

L’UE ha sostenuto la ricerca e l’innovazione sull’idrogeno per molti anni attraverso la partnership pubblico privata FCH JU. Nell’ambito del nuovo programma quadro Horizon Europe, è stato proposto una Clean Hydrogen Partnership.

Per garantire una catena di approvvigionamento completa sono necessari ulteriori sforzi di ricerca e innovazione. Dal punto di vista della generazione, sarà necessario supportare l’upscaling di elettrolizzatori di dimensioni maggiori, più efficienti ed economici dell’ordine dei gigawatt. Come primo passo, quest’anno verrà lanciato una call a presentare proposte per un elettrolizzatore da 100 MW. (Green Deal Call). In secondo luogo, le infrastrutture necessitano di ulteriore sviluppo per trasportare, immagazzinare e distribuire idrogeno in grandi quantità e su lunghe distanze. E’ necessario sviluppare ulteriormente applicazioni per uso finale su larga scala, in particolare nell’industria e nei trasporti. Infine, sono necessarie ulteriori ricerche per consentire l’armonizzazione delle norme e il monitoraggio e la valutazione degli impatti sociali.

Il 15 luglio 2015 la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS), che comprende la creazione di un Fondo per l’innovazione, che riunirà circa 10 miliardi di euro per sostenere le tecnologie a basse emissioni di carbonio nel periodo 2020-2030. Il Fondo può ridurre sostanzialmente i rischi di progetti complessi e di grandi dimensioni e offre quindi un’opportunità unica per un lancio delle tecnologie idrogeno su vasta scala. Il 3 luglio 2020 è stato lanciato un prima call a presentare proposte nell’ambito del Fondo con scadenza il 29 ottobre.

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Integrazione dei sistemi energetici e idrogeno per la neutralità climatica.

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’Europa deve trasformare il suo sistema energetico, che rappresenta il 75% delle emissioni di gas serra dell’Europa. Le strategie dell’UE per l’integrazione dei sistemi energetici e dell’idrogeno, adottate oggi, apriranno la strada a un settore energetico più efficiente e interconnesso, verso un pianeta più pulito e un’economia più forte.

Le due strategie presentano una nuova agenda per gli investimenti nell’energia pulita, in linea con lo strumento di rilancio Next Generation EU della Commissione e il Green Deal europeo. Gli investimenti previsti hanno il potenziale per stimolare la ripresa economica dalla crisi del coronavirus. Creando posti di lavoro e rafforzano la competitività delle industrie strategiche, che sono cruciali per la resilienza dell’Europa.

Integrazione del sistema energetico

La strategia dell’UE per l’integrazione del sistema energetico fornirà il quadro per la transizione verso un’energia verde. L’attuale modello in cui il consumo di energia nei trasporti, nell’industria, nel gas e negli edifici avviene attraverso catene del valore, regole, infrastrutture, pianificazione e operazioni separate – non può garantire la neutralità climatica entro il 2050 in modo economicamente efficiente. È necessario creare nuovi collegamenti tra settori e sfruttare il progresso tecnologico.

Un’integrazione del sistema energetico implica che il sistema sia pianificato e gestito nel suo insieme, collegando diversi vettori energetici, infrastrutture e settori . Questo sistema connesso e flessibile sarà più efficiente con riduzione dei costi per la società.

Questa strategia si basa su tre pilastri:

  1. Innanzitutto, un sistema energetico più “circolare”, con l’efficienza energetica come fulcro. La strategia identificherà azioni concrete per applicare nella pratica il principio “energy efficiency first” e utilizzare le fonti energetiche locali in modo più efficace nei nostri edifici o nelle comunità. Esiste un potenziale significativo nel riutilizzo del calore di scarto proveniente da siti industriali, data center o altre fonti e dall’energia prodotta dai rifiuti organici o dagli impianti di trattamento delle acque reflue. L’onda del rinnovamento sarà una parte importante di queste riforme.
  2. In secondo luogo, una maggiore elettrificazione diretta degli usi finali. Poiché il settore energetico ha la più alta percentuale di energie rinnovabili, dovremmo sempre più utilizzare l’elettricità ove possibile: ad esempio per pompe di calore negli edifici, veicoli elettrici nei trasporti o forni elettrici in determinati settori. Una rete di un milione di punti di ricarica per veicoli elettrici sarà tra i risultati visibili, insieme all’espansione delle installazioni di impianti solari ed eolici.
  3. Per quei settori in cui l’elettrificazione è difficile, la strategia promuove combustibili puliti, tra cui idrogeno rinnovabile, biocarburanti e biogas. La Commissione proporrà un nuovo sistema di classificazione e certificazione per i carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio.
    La strategia prevede 38 azioni per creare un sistema energetico più integrato. Questi includono la revisione della legislazione esistente, il sostegno finanziario, la ricerca e la diffusione di nuove tecnologie e strumenti digitali, la guida agli Stati membri sulle misure fiscali e la graduale eliminazione dei sussidi per i combustibili fossili, la riforma della governance del mercato e la pianificazione delle infrastrutture e il miglioramento delle informazioni per i consumatori. L’analisi degli ostacoli esistenti in questi settori informerà le nostre proposte concrete, ad esempio la revisione del regolamento TEN-E entro la fine del 2020 o la revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia e del quadro normativo del mercato del gas nel 2021.

Strategia dell’idrogeno

In un sistema energetico integrato, l’idrogeno può supportare la decarbonizzazione dell’industria, dei trasporti, della produzione di energia e degli edifici in tutta Europa. La strategia dell’UE sull’idrogeno si concentra su come trasformare questo potenziale in realtà, attraverso investimenti, regolamentazione, creazione del mercato e ricerca e innovazione.

L’idrogeno può alimentare settori non adatti ad essere elettrificati e fornire stoccaggio per bilanciare i flussi variabili di energia rinnovabile, ma ciò può essere ottenuto solo con un’azione coordinata tra il settore pubblico e privato, a livello europeo. La priorità è sviluppare idrogeno rinnovabile, prodotto utilizzando principalmente energia eolica e solare. Tuttavia, a breve e medio termine sono necessarie altre forme di idrogeno a basse emissioni di carbonio per ridurre rapidamente le emissioni e sostenere lo sviluppo di un mercato sostenibile.

Questa transizione richiederà un approccio graduale:

  1. Dal 2020 al 2024, si punta ad installare almeno 6 gigawatt di elettrolizzatori in europa per la produzione di un milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile.
  2. Dal 2025 al 2030, l’idrogeno deve diventare una parte intrinseca del nostro sistema energetico integrato, con almeno 40 gigawatt di installazioni di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno rinnovabile.
  3. Dal 2030 al 2050, le tecnologie dell’idrogeno rinnovabile dovrebbero raggiungere la maturità ed essere implementate su larga scala in tutti i settori difficili da decarbonizzare.

Clean Hydrogen Alliance

Per contribuire a realizzare questa strategia, la Commissione lancia oggi l Clean Hydrogen Alliance con i leader del settore, la società civile, i ministri nazionali e regionali e la Banca europea per gli investimenti. L’Alleanza costituirà una pipeline di investimenti per la produzione su larga scala e sosterrà la domanda di idrogeno pulito in Europa. Per indirizzare il sostegno alle tecnologie più pulite disponibili, la Commissione lavorerà per introdurre standard, terminologia e certificazione comuni, basati sulle emissioni di carbonio del ciclo di vita, ancorate alla legislazione esistente in materia di clima ed energia e in linea con la tassonomia dell’UE per gli investimenti sostenibili. La Commissione proporrà misure politiche e normative per creare la certezza degli investitori, facilitare l’assorbimento dell’idrogeno, promuovere le infrastrutture e le reti logistiche necessarie, adattare gli strumenti di pianificazione delle infrastrutture e sostenere gli investimenti, in particolare attraverso il piano di recupero Next Generation EU.

Frans Timmermans, Vicepresidente della CE ha dichiarato: “Le strategie adottate oggi rafforzeranno il Green Deal europeo e la ripresa verde e ci porteranno saldamente sulla strada della decarbonizzazione della nostra economia entro il 2050. La nuova economia dell’idrogeno può essere un motore di crescita per aiutare a superare il danno economico causato dal COVID-19. Nello sviluppo e nell’implementazione di una catena del valore dell’idrogeno pulita, l’Europa diventerà un pioniere globale e manterrà la sua leadership nella tecnologia pulita “.

Il commissario per l’Energia Kadri Simson ha dichiarato: “Con il 75% delle emissioni di gas serra dell’UE provenienti dall’energia, abbiamo bisogno di un cambio di paradigma per raggiungere i nostri obiettivi 2030 e 2050. Il sistema energetico dell’UE deve diventare meglio integrato, più flessibile e in grado di accogliere le soluzioni più pulite ed economiche. L’idrogeno svolgerà un ruolo chiave in questo, poiché il calo dei prezzi delle energie rinnovabili e la continua innovazione lo rendono una soluzione praticabile per un’economia neutrale dal punto di vista climatico. “

Il commissario per il mercato interno, Thierry Breton, ha dichiarato: “La Clean Hydrogen Alliance lanciata oggi incanalerà gli investimenti nella produzione di idrogeno. Svilupperà una serie di progetti concreti per sostenere gli sforzi di decarbonizzazione delle industrie europee ad alta intensità energetica come acciaio e prodotti chimici. L’Alleanza è strategicamente importante per le nostre ambizioni nel Green Deal e la resilienza del nostro settore. “

Un modo per garantire l’integrazione del settore è l’implementazione di idrogeno rinnovabile. Può essere usato come materia prima, combustibile o vettore energetico e stoccaggio e ha molte possibili applicazioni in tutti i settori dell’industria, dei trasporti, dell’energia e degli edifici. Ancora più importante, non emette CO2 e quasi nessun inquinamento atmosferico quando utilizzato. Offre quindi una soluzione per decarbonizzare i processi industriali e i settori economici in cui la riduzione delle emissioni di carbonio è sia urgente che difficile da raggiungere. Tutto ciò rende l’idrogeno essenziale per sostenere l’impegno dell’UE a raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050 e per lo sforzo globale di attuare l’accordo di Parigi.

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Progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno; una svolta

Il 5 novembre 2018 è stato pubblicato un decreto molto importante per il settore dell’idrogeno e per tutti gli addetti ai lavori.

Con il DECRETO 23 ottobre 2018Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione – l’Italia finalmente allinea la normativa agli standard internazionali e definisce regole chiare per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di stazioni di rifornimento di idrogeno.

Il decreto consente l’applicazione dell’approccio ingegneristico per la costruzione delle stazioni di rifornimento, che permetterà di valutare le installazioni caso per caso garantendo la sicurezza dell’opera e dell’attività di rifornimento, limitando ove possibile, gli impatti economici e sociali derivanti dal metodo prescrittivo finora in vigore.

Inoltre, consentirà di erogare idrogeno alla pressione di 700 bar conformemente alle caratteristiche delle auto oggi presenti sul mercato.

La disposizione per l’aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione emanata nel 2006, è presente nel Dlgs 257 del 2016 di recepimento della Direttiva DAFI, nel quale grazie all’impegno di H2IT  – Associazione Italiana idrogeno e celle a combustibile – è stato inserito l’idrogeno e lo sviluppo dell’infrastruttura dedicata.

L’aggiornamento della Regola Tecnica è frutto dell’impegno del Ministero degli Interni e della Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica del Dipartimento dei Vigili del Fuoco e del Gruppo di Lavoro Idrogeno di Assogastecnici con la collaborazione di altri stakeholder come Toyota e di H2IT.

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Idrogeno…Il domani è già cominciato?

25 Ottobre, dalle ore 9 alle ore 17,30

Via Meravigli 9/b – 20123 Milano

Sala Consiglio

L’idrogeno è un vettore di energia che può contribuire a trasformare il sistema energetico mondiale: il contenimento delle emissioni di gas serra in atmosfera, prima fra tutte l’anidride carbonica, passa infatti sia attraverso un aumento di efficienza dei sistemi che utilizzano direttamente i combustibili fossili, sia attraverso un maggiore utilizzo delle fonti a basso o nullo contenuto di carbonio, come l’idrogeno

In questo scenario, AIEE (Associazione Italiana degli Economisti dell’Energia) e Innovhub-SSI – Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, nell’ambito dell’accordo quadro UNI-UNIONCAMERE, organizzano un convegno per fornire una panoramica il più possibile completa dell’argomento attraverso degli approfondimenti degli aspetti sia normativi che tecnici. Inoltre durante l’evento verranno trattate le tematiche legate alla produzione, all’utilizzo e alla ricerca per favorire sinergie ed interscambi costruttivi a livello regionale e nazionale. 

Il Save the Date

Convegno Idrogeno 25 ottobre 2018 Programma preliminare

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DECRETO LEGISLATIVO 16 dicembre 2016, n. 257

E’ stato emanato il Decreto Legislativo del 16 dicembre 2016, n. 257  sull’attuazione della direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi.

Entrata in vigore del provvedimento: 14/01/2017

Al fine di ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti, il decreto stabilisce requisiti minimi per la costruzione di infrastrutture per i combustibili alternativi, inclusi i punti di ricarica per i veicoli elettrici e i punti di rifornimento di gas naturale liquefatto e compresso, idrogeno e gas di petrolio liquefatto, da attuarsi mediante il Quadro Strategico Nazionale di cui all’articolo 3, nonche’ le specifiche tecniche comuni per i punti di ricarica e di rifornimento, e requisiti concernenti le informazioni agli utenti.

Qui il link al Decreto

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La commissione ITRE del Parlamento Europeo ha discusso di stoccaggio energetico

Il 21 aprile il Parlamento Europeo (PE) ha organizzato un’audizione sulle tecnologie di stoccaggio. L’incontro è stato presieduto dal presidente della commissione ITRE Jerzy Buzek.

Patrick Clerens, direttore dell’Associazione Europea per lo Stoccaggio dell’Energia, (EASE) ha sottolineato la necessità d’utilizzare sistemi di stoccaggio per bilanciare la rete. Attualmente la struttura del mercato elettrico si basa sui grandi impianti centralizzati mentre in futuro il mercato sarà dominato dalla produzione distribuita. In questa nuova struttura del mercato la domanda che sorge è: chi sarà il proprietario dei sistemi di stoccaggio?

Thomas Hamacher, professore “Sistemi di energia rinnovabile e sostenibile” alla Munich-School of Engineering (MSE) di Monaco di Baviera ha indicato la necessità di inserire nel futuro sistema elettrico anche l’accumulo di calore come sistema di stoccaggio oltre a lavorare su una migliore interconnessione nella rete elettrica europea e sulla domanda flessibile. Hamacher ha sottolineato che l’idrogeno come stoccaggio d’energia verrà impiegato quando grandi quantità di energia rinnovabile entreranno nella rete.

Jorgo Chatzimarkakis, segretario generale di Hydrogen Europe ha presentato l’idrogeno come soluzione economicamente valida per soluzioni di stoccaggio ad alta capacità che consentono il trasporto a emissioni zero senza la necessità di cambiare le abitudini di guida dei consumatori.

Ben Hill ha parlato dell’incremento di densità e di potenza delle batterie negli ultimi decenni e la necessità di agevolare l’accesso alla rete.

Un recente studio di Energy Brainpool per Greenpeace Energy ha indicato che dal 2020, 100 MW di cosiddetti “wind gas plants” dovrebbero essere installati ogni anno fino al 2040. La velocità di installazione dovrebbe salire a 500 MW nel 2025 per raggiungere 14 GW nel 2040. Per Energy Brainpool il wind gas sarà indispensabile, assieme alle batterie e al pompaggio idroelettrico, dal 2035 quando il 74% dell’elettricità sarà rinnovabile. Entro il 2050 89 GW di elettrolizzatori saranno necessari.

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