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H2IT presenta il Report sullo sviluppo di stazioni di rifornimento
Mobilità a idrogeno: una visione strategica per creare la rete italiana di stazioni di rifornimento. H2IT, Associazione Italiana Idrogeno, presenta le sue proposte per realizzare gli obiettivi previsti dall’UE.
Roma, 23 marzo 2023 – Ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungere il net-zero entro il 2050. Con il Green Deal, l’Unione Europea ha posto obiettivi di transizione energetica molto ambiziosi, che richiedono una trasformazione in senso green della mobilità, puntando su alimentazioni alternative come l’idrogeno. Su questo fronte, l’Italia ha da poco mosso i primi passi, grazie all’approvazione da parte del MIT di 36 progetti di stazioni di rifornimento a idrogeno sul territorio nazionale, per un investimento totale di 103,5 milioni di euro.
Ma quali sono lo scenario, il quadro normativo e lo stato dell’arte tecnologico della mobilità italiana idrogeno con riferimento al trasporto stradale (pesante e leggero), ferroviario e in ambito portuale? Per rispondere a queste domande e costruire una visione strategica sull’implementazione della rete di stazioni di rifornimento a idrogeno in Italia, H2IT – Associazione italiana idrogeno – che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore – ha divulgato il report “Sviluppo di Stazioni di rifornimento idrogeno – Barriere normative e scenari di implementazione”. Lo studio, pubblicato in occasione di Key Energy, la fiera di riferimento per il mercato delle energie rinnovabili, analizza e mette a punto una serie di proposte per superare gli attuali fattori limitanti.
Partiamo proprio dallo scenario. Nel corso degli ultimi anni, il numero dei mezzi di trasporto alimentati ad idrogeno è cresciuto notevolmente sia nel trasporto stradale che ferroviario. In Europa, il trend positivo del 2020 è proseguito anche nel 2021, con un aumento delle nuove immatricolazioni di veicoli a idrogeno del +22% rispetto al 2020. Spicca la Germania, che ha registrato un +70%, seguita da Paesi Bassi e Svizzera. A livello globale, i maggiori produttori di auto idrogeno sono Corea del Sud e Giappone. In Italia, la mancanza di una rete di stazioni di rifornimento adeguata ha limitato fortemente la crescita del mercato. Proprio per questo, all’interno dei 3,64 miliardi previsti per la filiera idrogeno nel PNRR, 530 milioni di euro sono dedicati a sostenere la costruzione di stazioni per il trasporto stradale (230 milioni, 40 stazioni) e ferroviario (300 milioni per 10 stazioni) entro il 2026. In particolare, per il trasporto stradale pesante, come specificato nelle Linee Guida Preliminari della Strategia Italiana Idrogeno del MISE, l’obiettivo è rendere il 2% della flotta nazionale di camion a lungo raggio alimentato a idrogeno al 2030, spianando così la strada anche allo sviluppo della mobilità leggera a idrogeno. Nel ferroviario, invece, l’idrogeno può supportare l’obiettivo di rendere indipendenti da combustibili fossili le linee non elettrificate (circa il 30%, 4.670 km). Si tratta di target che richiedono investimenti pubblici, ma anche investimenti privati da parte delle aziende, che però subiscono troppe battute d’arresto a causa anche di regolamenti limitanti. È evidente, dunque, la necessità di un quadro normativo abilitante che incoraggi le aziende a puntare sul settore.
Proprio a proposito del complesso quadro normativo, nel report, emerge l’importanza dell’Alternative fuel infrastructure regulation (AFIR) che la UE vuole implementare nell’ambito del pacchetto Fit For 55, che prevede target piuttosto sfidanti sulla distribuzione delle stazioni di rifornimento. Tra queste, ad esempio, una distanza di 100 km tra una stazione e l’altra sui corridori strategici, che impone quindi all’Italia un’accelerazione, in confronto ad altri Paesi che possono vantare, invece, una rete già diffusa. Un regolamento in via di sviluppo, i cui target saranno però vincolanti per i Paesi Membri.
Ad oggi, la normativa italiana è particolarmente stringente, a differenza di altri Paesi a cui l’Italia potrebbe allinearsi al fine di ottenere tempistiche autorizzative più brevi e far partire i progetti. Rispetto a Paesi come la Germania, che ha sviluppato con una logica a perdita di mercato una rete di 100 stazioni di rifornimento idrogeno, l’Italia è dunque indietro. Può, però, trasformare questa situazione di svantaggio e rincorsa degli obiettivi europei – che sarà obbligata a recepire – in un’opportunità. Sarà necessario avere una strategia molto chiara per lo sviluppo delle infrastrutture che tenga conto di molti fattori, sfruttando la cornice dell’UE e abilitando così anche altri settori dove l’idrogeno risulta chiave per la decarbonizzazione.
Riassumendo quanto emerge dal report, H2IT propone di:
- Allineare e integrare la cornice normativa italiana con quella europea, ispirandosi alle best practice dei Paesi più all’avanguardia;
- Rivedere il decreto del 23 ottobre 2018, per rendere omogenea e chiara la normativa su tutto il territorio e sbloccare gli investimenti privati;
- Rivedere le disposizioni che riguardano le taglie delle stazioni di rifornimento, prevedendo anche stazioni modulari che permettano di adattarsi ad aumenti futuri della richiesta di idrogeno;
- Consentire sinergie tra il rifornimento autostradale e quello stradale/locale in una logica multipurpose e multifuel, inserendo il rifornimento di idrogeno all’interno di una stazione che offre più carburanti aggregando in un unico luogo più servizi;
- Posizionare strategicamente sul territorio nazionale le stazioni di rifornimento a idrogeno, tenendo conto sia dei corridoi strategici per l’economia italiana sia puntando prioritariamente sulle zone dove è più facile si sviluppi prima una condizione favorevole del mercato.
“La necessità di puntare anche sull’idrogeno, in modo complementare con le altre fonti alternative, è stata messa nero su bianco dalle istituzioni europee ed italiane – ha dichiarato Luigi Crema, Vice Presidente e Presidente del Comitato Scientifico di H2IT. La recente pubblicazione del bando sulle stazioni di rifornimento del PNRR da parte del MIT e la relativa assegnazione dei fondi per 36 stazioni è un passo fondamentale per sviluppare il primo nucleo di rete infrastrutturale, ma deve essere il primo di più passi inseriti in una cornice strategica. Altrimenti, il rischio è, da una parte, quello di perdere ulteriore terreno dai Paesi che hanno già avviato questo percorso, dall’altra, di scoraggiare o vanificare gli investimenti delle aziende attive su questi progetti. Il tavolo di lavoro che ha realizzato lo studio, composto da esperti provenienti dal mondo accademico e aziendale, è concorde nell’indicare come prioritario il sostegno alla realizzazione di un buon numero di stazioni di rifornimento entro il 2026, che facciano poi da volano per il raggiungimento degli obiettivi al 2030. Per farlo, è necessario perseguire con convinzione la linea di investimenti, impostare una visione strategica che coinvolga anche gli attori della filiera e avviare un’opera di semplificazione del percorso autorizzativo e normativo in linea con lo spirito del PNRR. Un percorso che darebbe anche un orizzonte certo agli investitori industriali e finanziari e concorrerebbe allo sviluppo e al consolidamento di una filiera italiana dell’idrogeno.”
Il tavolo di lavoro di H2IT sul tema della rete di rifornimento idrogeno è partito nel 2021 e ha visto un importante lavoro di coordinamento da parte del Comitato Scientifico dell’Associazione, sotto il coordinamento generale del Prof. Borello del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Università degli Studi La Sapienza, con aziende ed enti come ENEA, Rina, Toyota Material Handling, IIT Bolzano.
Report H2IT_Sviluppo di Stazioni rifornimento Idrogeno
Idrogeno, il MIT approva 36 progetti per stazioni di rifornimento e prevede un investimento da 103,5 milioni
Idrogeno, il MIT approva 36 progetti per stazioni di rifornimento e prevede un investimento da 103,5 milioni. Per H2IT, Associazione Italiana Idrogeno, è la dimostrazione della concretezza della filiera. Avviare la creazione dell’infrastruttura è strategico per sviluppare la mobilità a idrogeno in Italia
Roma, 17 marzo 2023 – Un’ottima notizia per il futuro sostenibile della mobilità italiana e un passo decisivo per la creazione della rete italiana di rifornimento a idrogeno. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato la graduatoria dei 36 progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno. Un contributo da parte dello Stato da circa 103,5 milioni di euro, finanziati grazie al PNRR. Si tratta di una prima parte dei 230 milioni di euro complessivi previsti nel Piano proprio per sviluppare la rete nazionale di rifornimento a idrogeno.
H2IT – Associazione Italiana Idrogeno – che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno – sottolinea la forte risposta da parte della filiera, che dimostra di essere pronta a fornire al sistema Italia soluzioni a idrogeno. L’Associazione auspica, inoltre, che la quota parte dell’investimento non allocato attraverso questo bando (circa 130 milioni), venga comunque reinvestito nel settore della mobilità a idrogeno.
“Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore idrogeno italiano e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT. Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano. Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità idrogeno e di tutta la sua supply chain, che sarà sinergica con i progetti di Hydrogen Valleys. In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d’avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario con questi Paesi. Sotto questo profilo, la decisione del Ministero di finanziare i primi 36 progetti, per le aziende attive nel comparto idrogeno, rappresenta una pietra miliare. La filiera è giovane ma altamente tecnologica, innovativa e da anni sta investendo ingenti risorse sui progetti idrogeno e sullo sviluppo delle competenze e delle tecnologie, scommettendo con la pianificazione di questi investimenti industriali nel futuro della mobilità a idrogeno in Italia.”
Entro il 2026, diventeranno, quindi, 38 le stazioni di rifornimento a idrogeno sparse su tutto il territorio nazionale. Alle 36 nuove HRS che verranno create, si aggiungono, infatti, le 2 già presenti nella provincia di Bolzano e Mestre. Le aree scelte riguardano soprattutto le zone strategiche per i trasporti stradali pesanti, come l’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T (le reti di trasporto trans-europee).
Non a caso, dei 103,5 milioni di euro, il 77% (circa 79 milioni) riguarda alcune regioni del Nord: Veneto, Trentino- Alto Adige, Lombardia e Piemonte. In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto (9 progetti), quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige (6) e circa 16 milioni in Piemonte (5) e Lombardia (4). Gli investimenti riguardano anche al Centro e al Sud: ad esempio, in Puglia verranno investiti 8 milioni (3), nel Lazio 3 milioni (2) e in Calabria 2 milioni (1).
Per quanto riguarda le aziende coinvolte, i progetti approvati sono stati presentati da Autostrada del Brennero (4 progetti), Milano Serravalle (3), Snam 4 Mobility (8), Eni (3), Sapio (2), Green Factory (1), Sasa (2), Edison (3), Q8 Petroleum (3), Alperia Greenpower (1), Gemmo — Simplifhy SB (1), Dilella Invest (1), Beyfin (1), Teca Gas (1), Sol (1) e Italgas (1).
I progetti rappresentano un inizio importante per lo sviluppo della mobilità a idrogeno in Italia. Per il futuro, H2IT, che dalla sua nascita ha sempre offerto la sua competenza e conoscenza del settore ai decisori politici, collaborando a più riprese con i Ministeri, auspica che la strategia nazionale continui ad essere supportata con investimenti mirati. In più ribadisce l’importanza della progressiva semplificazione e armonizzazione del quadro normativo, così da sbloccare definitivamente il potenziale di una filiera in grado di dare al Paese una posizione di leadership nell’economia della transizione ecologica e creare nuovi posti di lavoro.
Comunicato Stampa_H2IT_MIT approva 36 stazioni di rifornimento idrogeno_15_03_2023
Rampini fornitore dei bus a zero emissioni del Progetto Pilota europeo Life 3H per il Porto di Civitavecchia
L’azienda ha annunciato che fornirà gli autobus a zero emissioni del progetto europeo Life 3h – “Hydrogen demonstration in city, port and mountain area to develop integrated hydrogen valleys”.
Il Porto di Civitavecchia sarà la destinazione dei 2 bus di 8 metri alimentati ad idrogeno.
L’Ing. Fabio Magnoni ha sottolineato che
“Life 3h è l’occasione per rendere sostenibili gli spostamenti nelle zone scelte come Hydrogen Valleys, al fine di ridurre l’impatto della mobilità sull’ambiente e sulla salute di tutti. Questo progetto pilota non avrebbe potuto che prendere forma in aree, che hanno già ampiamente dimostrato la loro sensibilità verso l’ecosostenibilità. Per esempio, il Porto di Civitavecchia- un luogo simbolo della transizione verso una mobilità marittima a zero emissioni- infatti, ospitò la prima nave a GNL del mondo e il primo traghetto zero emission in port. Oppure l’area di Campo Felice- che come la propria regione, l’Abruzzo- è una località montana profondamente coinvolta nel raggiungimento degli obiettivi prefissati in materia di energia e clima. Allo stesso tempo, Life 3h per Rampini segna la nascita effettiva del progetto idrogeno, che ci vedrà come l’unica azienda di costruttori italiani di autobus urbani a zero emissioni.”
Si chiama Life 3H il progetto che ha come capofila la Regione Abruzzo e di cui fanno parte sia l’Umbria che il Lazio, con attori industriali tra cui Snam. Nell’immediato si tratta di realizzare a Terni, come ad Avezzano e Civitavecchia le stazioni di rifornimento di idrogeno per l’alimentazione di autobus. E’ l’inizio di quello che viene definito l’ecosistema idrogeno del Centro Italia con l’avvio di tre ‘Hydrogen Valley’ nelle rispettive tre regioni.
Approvato nell’ambito del programma LIFE della Commissione Europea coinvolge, il Comune di Terni e l’autorità portuale di Civitavecchia, mentre sul fronte industriale ci sono le acciaierie di Terni e la società Chimica Bussi che avranno il ruolo di fornire gratuitamente l’idrogeno come sottoprodotto dei rispettivi processi industriali, oltre alla Rampini Carlo Spa (produttrice di autobus) e la Società Unica Abruzzese di trasporto, poi Port Mobility Spa, la Uneed.it, mentre partners sono l’università degli Studi di Perugia, il dipartimento dei Trasporti dell’Università dell’Aquila e la Guglielmo Marconi di Roma. Life 3H concluderà gli iter autorizzativi nel 2023, seguirà la realizzazione delle stazioni di rifornimento, con la seconda fase del piano programmata al 2025.
Iberdrola e AECOM per una tratta ferroviaria a idrogeno in Italia
Il gruppo di energie rinnovabili Iberdrola, multinazionale spagnola che produce e fornisce energia, attiva anche in Italia dal 2016 e dal 2021 socia di H2IT, ha dichiarato che sta collaborando con AECOM per convertire un tratto ferroviario italiano a idrogeno verde.
Il collegamento ferroviario di 300 chilometri individuato che collega Sansepolcro (Arezzo) a Sulmona (L’Aquila), che attraversa quattro regioni dell’Italia centrale Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo, passando per Perugia, Terni, Rieti e L’Aquila, è solo parzialmente elettrificato ed è attualmente percorso da vecchi treni diesel.
“Oltre ad avere un grande impatto ambientale, il progetto mira ad avere significativi effetti economici e sociali”, ha detto il manager di Iberdrola Italia Lorenzo Costantini.
Iberdrola, leader mondiale nella produzione di energia eolica, sta lavorando a diversi progetti in tutto il mondo per produrre idrogeno da elettrolisi rinnovabile e fornirlo per vari usi, tra cui il trasporto pesante e l’industria chimica. Fa parte della green hydrogen catapult e sono promotori di uno dei più grandi impianti di produzione di h2 verde per usi industriali a Puertollano.
L’accordo con AECOM comprende anche uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un collegamento ferroviario alimentato a idrogeno che colleghi la località balneare di San Benedetto del Tronto a Roma.
H2IT incontra il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Morelli
L’Associazione H2IT incontra il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Morelli. Continua il dialogo tra H2IT e le istituzioni per implementare la strategia dell’idrogeno per la decarbonizzazione dei trasporti.
Morelli: “La filiera dell’idrogeno è destinata a crescere in maniera significativa a beneficio dei Paesi che ne avranno saputo riconoscere il potenziale”
Auto, camion e bus a lungo raggio, trasporto ferroviario e, in prospettiva, trasporto marittimo a idrogeno saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi di riduzione di emissioni al 2030 e al 2050 posti dalla Commissione Europea. Condivisa con il Viceministro la necessità di un approccio pragmatico e strategico, a partire dalla costruzione delle infrastrutture di rifornimento fino allo sviluppo delle normative
Roma, 20 luglio 2021 – Nella giornata di ieri, H2IT – Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile ha incontrato il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Alessandro Morelli, riscontrando l’impegno del Ministero a supportare lo sviluppo concreto della mobilità idrogeno in Italia, confermando la centralità del tema nell’agenda politica. L’Associazione ha ribadito la necessità di un approccio pragmatico e strategico su diversi fronti: la costruzione di un’infrastrutture di rifornimento adeguata, lo sviluppo della normativa, la semplificazione dei processi autorizzativi per la costruzione delle stazioni di rifornimento ed infine il supporto all’adozione di veicoli a basse emissioni in ambiente urbano ed extraurbano.
“Il ripensamento della mobilità in chiave sostenibile non può prescindere dal concetto di neutralità tecnologica – ha dichiarato a margine dell’incontro il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Alessandro Morelli. È di fondamentale importanza cogliere tutte le opportunità offerte dalla transizione ecologica, senza pregiudizi né preclusioni. Una strada da percorrere è sicuramente quella dell’idrogeno, il cui sviluppo è annoverato dalla Commissione europea come condizione necessaria per completare il processo di decarbonizzazione entro il 2050. Significa che nei prossimi decenni la filiera dell’idrogeno è destinata a crescere in maniera significativa e questo andrà a beneficio dei Paesi che ne avranno saputo riconoscere il potenziale. Le aziende italiane hanno il know-how e le competenze per primeggiare a livello europeo anche in questo campo, ma serve una strategia nazionale che fissi un quadro legislativo certo e un piano di investimenti a lungo termine in infrastrutture, ricerca e innovazione. Nelle prossime settimane incontrerò i vertici di FNM, azienda lombarda pioniera che sta realizzando la prima ferrovia a idrogeno in Val Camonica, per rilanciare una case history utile al Paese”.
Occasione di confronto sui nuovi target dell’Unione Europea, l’incontro ha permesso di rimarcare la rilevanza dello sviluppo del trasporto su strada. Auto, camion e bus a lungo raggio a idrogeno, del trasporto ferroviario e, in prospettiva, del trasporto marittimo a idrogeno sono componenti chiave della strategia per raggiungere gli obiettivi di riduzione di emissioni al 2030 e al 2050 resi più sfidanti con l’uscita del pacchetto Fit For 55.
“Siamo felici di aver riscontrato il favore del Viceministro nei confronti dello sviluppo della mobilità idrogeno – ha dichiarato Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT– H2IT ha al suo interno un bacino di competenze, esperienze e conoscenze che può essere utile per indirizzare le decisioni delle Istituzioni, con un background scientifico e tecnologico. Come associazione manteniamo un rapporto storico con le Istituzioni Nazionali, con la prospettiva di fornire informazioni utili al decisore politico per prendere le scelte adeguate. Crediamo infatti che questo possa essere un elemento fondamentale per realizzare i progetti, specialmente per l’implementazione di quelli previsti nel PNRR in ambito mobilità, i quali dovranno predisporre strumenti e pianificazioni per la messa a terra di progetti importanti, in tempi vincolati e con meccanismi determinanti, oltre a individuare processi inclusivi nei confronti degli stakeholder.
Negli ultimi anni, l’Associazione è diventata un interlocutore prezioso per le Istituzioni su tutti i temi relativi all’idrogeno. Già dal 2016, infatti, ha supportato i Ministeri competenti, nell’elaborazione del “Piano Nazionale per la Mobilità ad Idrogeno” aggiornato poi nel 2019. Ha poi collaborato nel 2018 con il Ministero dell’Interno per la stesura della “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione” e realizzato nel 2019 il Position paper “Strategia Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile”. A gennaio 2021 H2IT ha presentato anche il report “Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”, i cui punti salienti sono stati presentati in un’audizione alla Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del PNRR (Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza).
H2IT continua il proprio percorso di confronto con le Istituzioni perché crede nell’importanza di allineare tutte le attività messe in capo dai diversi ministeri competenti in ambito idrogeno per giungere alla creazione di una strategia unica che realizzi la transizione energetica del settore dei trasporti parallelamente al dialogo con la politica, H2IT proseguirà il proprio impegno continuando con i tavoli di lavoro specifici e tecnici per analizzare le barriere che ostacolano lo sviluppo del settore e supportando con iniziative mirate le PMI e le start-up in questa fase di apertura del mercato.
Abu Dhabi per l’esportazione di idrogeno verde e blu
Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti, ha firmato un accordo per produrre ed esportare idrogeno come carburante.
La compagnia petrolifera governativa di Abu Dhabi vuole trasformare l’emirato ricco di petrolio in un esportatore di idrogeno blu e verde. Abu Dhabi National Oil Co. ha formato un’alleanza con Mubadala Investment Co. e ADQ per produrre idrogeno verde, quindi da energia rinnovabile, ha affermato ADQ in un comunicato. Adnoc svilupperà indipendentemente l’idrogeno blu, che viene prodotto dal gas naturale in un processo che cattura le emissioni di anidride carbonica.
Abu Dhabi National Oil Co (ADNOC), l’investitore statale di Abu Dhabi Mubadala e la holding statale ADQ hanno firmato un memorandum d’intesa per istituire l’Abu Dhabi Hydrogen Alliance, afferma la dichiarazione.
In un accordo correlato, Abu Dhabi Future Energy Co., noto anche come Masdar, ha concordato con Siemens Energy AG di sviluppare una struttura per produrre idrogeno verde a Masdar City ad Abu Dhabi. Siemens Energy, con sede a Monaco, sta già costruendo un impianto dimostrativo per l’idrogeno presso il Mohammed bin Rashid Al Maktoum Solar Park nel vicino emirato di Dubai.
Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita ha detto che vuole che il regno – il più grande esportatore di petrolio al mondo – diventi il più grande esportatore di idrogeno.
Il piano è produrre sia idrogeno verde prodotto con elettrolisi dell’acqua con energia elettrica da fonti rinnovabili, che idrogeno blu, prodotto dal gas naturale, da esportare nei mercati internazionali emergenti.
Tenaris collabora con Nel Hydrogen per le stazioni di rifornimento di camion a idrogeno della California
Tenaris partecipa allo sviluppo di una rete di stazioni rifornimento di camion a idrogeno in California, fornendo la nuova generazione di bomboloni per lo stoccaggio dell’idrogeno, nell’area di Port Los Angeles.
Tenaris ha collaborato con Nel Hydrogen, società che sviluppa tecnologie idrogeno, fornendo soluzioni ad alta pressione per lo stoccaggio dell’idrogeno che verranno installate da Shell a Long Beach, CA. Il progetto “Shore to Store” vede la costruzione di due nuove stazioni di rifornimento di idrogeno per il trasporto pesante – una vicino al porto di Los Angeles a Wilmington e un’altra nel centro del magazzino dell’Ontario.
A very challenging project kicked-off in 2018 when we brought together our solid technical expertise, R&D know-how and vertical production capabilities to develop unique solutions. We are playing a significant role in the hydrogen revolution and are a reliable partner for our customers
Michele Della Briotta, Tenaris President in Europe.
Grazie al suo processo integrato verticalmente e alla linea tecnologicamente più avanzata al mondo – installata presso lo stabilimento italiano di Tenaris, Dalmine – per la produzione di grandi serbatoi ad alta pressione fino a 1000 bar. A seguito di un completo processo di ricerca e sviluppo, Tenaris è stata in grado di garantire la soluzione tecnica ideale, producendo serbatoi con specifiche tecniche in grado di assicurare qualità e sicurezza.
In addition to the high performance and reliability of Tenaris’s products, during the deployment of this project, we appreciated the on-site customer support provided, in particular for the assistance in the assembly of the large racks for the vessels, which made the difference in assuring high quality levels.
Kyle McKeown, Product Support & Application Engineering Manager North America at Nel Hydrogen.
Airbus ZeroE punta allo sviluppo di aerei commerciali alimentati a idrogeno: obiettivo 2035
Airbus ha recentemente annunciato la sua ambizione di sviluppare il primo aereo commerciale a emissioni zero del mondo entro il 2035. Con questo annuncio ha svelato i suoi primi modelli di velivoli ad emissioni zero, alimentati a idrogeno.
Turbofan, Turboprop e Blended-Wing Body (BWB)
“Fino a cinque anni fa, la propulsione a idrogeno non era nemmeno sul nostro radar come un percorso tecnologico praticabile per la riduzione delle emissioni”, spiega Glenn Llewellyn, Vicepresidente di Airbus, Zero-Emission Aircraft. “Ma i dati convincenti di altre industrie di trasporto hanno cambiato rapidamente tutto questo. Oggi, siamo entusiasti dell’incredibile potenziale che l’idrogeno offre all’aviazione in termini di riduzione delle emissioni “.
Secondo calcoli interni, Airbus stima che l’idrogeno abbia il potenziale per ridurre le emissioni di CO2 del trasporto aereo fino al 50%.
Negli aerei, ci sono due grandi tipi di propulsione a idrogeno: combustione a idrogeno e celle a combustibile a idrogeno. I tre “concept” di Airbus a emissioni zero, sono tutti aeromobili ibridi a idrogeno. Ciò significa che sono alimentati da motori a turbina a gas modificati che bruciano idrogeno liquido come combustibile. Allo stesso tempo, usano anche celle a combustibile a idrogeno per creare energia elettrica che integra la turbina a gas, risultando in un sistema di propulsione ibrido-elettrico altamente efficiente. Tuttavia, ciascuna opzione ha un approccio leggermente diverso per l’integrazione del sistema di stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno liquido. Gli ingegneri di Airbus hanno concettualizzato soluzioni di integrazione che tengono attentamente conto delle sfide e delle possibilità di ogni tipo di aeromobile.
All’avvio il progetto Zero Emission Valley
Il progetto pubblico e privato Zero Emission Valley avviato dal consiglio regionale Auvergne-Rhône-Alpes compie un nuovo passo avanti.
Il consorzio MAT (McPhy, Atawey, TSM) è stato selezionato da Hympulsion per rifornire 14 stazioni di idrogeno, molte delle quali dotate di elettrolizzatori.
Zero Emission Valley (ZEV), il più grande progetto di mobilità alimentata da idrogeno rinnovabile in Francia e uno dei più ambiziosi in Europa (20 stazioni di rifornimento e 1.200 veicoli), ha annunciato il consorzio MAT composto da McPhy, Atawey e TSM per fornire, sulla base di un contratto quadro, le apparecchiature per 14 stazioni di idrogeno, molte delle quali dotate di elettrolizzatori per la produzione in loco di idrogeno a zero emissioni di carbonio. Questo contratto rappresenta un’importante pietra miliare verso lo sviluppo, nel cuore della regione francese, di un ecosistema esemplare per la mobilità dell’idrogeno su larga scala.