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Category Archives: Sviluppo del Mercato

H2IT presente a HESE 2022 – Hydrogen Energy Summit Expo

L’Associazione H2IT sarà presente alla fiera Hydrogen Energy Summit Expo a Bologna Fiere, dal 12 al 14 ottobre 2022

Saremo presenti con uno stand al Padiglione 32 stand B16 e con una collettiva dedicata. 

Per venirci a trovare e visitare la fiera CLICCA QUI  L’ingresso è gratuito previa registrazione, che può essere fatta solo online.

HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo è la prima e principale iniziativa italiana dedicata alle nuove tecnologie per la produzione, il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno. Per tre giorni, Bologna si trasformerà in una piazza di incontro e scambio sulle principali tematiche connesse alla transizione ecologica. Ricerca e Innovazione, Digitalizzazione, Sostenibilità sono le parole chiave per BFWE.

H2IT ha contribuito allo sviluppo del ricco programma di convegni con interventi dal mondo delle Istituzioni, della ricerca e dell’Industria; i relatori porteranno il loro punto di vista su tematiche specifiche che riguardano lo sviluppo della filiera dell’idrogeno toccando tutti i segmenti del settore.

Tre giorni di convegni, seminari tecnici e workshop nei quali esperti nazionali ed internazionali delle istituzioni, delle associazioni e delle imprese si confronteranno sugli scenari di mercato. HESE si svolgerà in contemporanea con le altre 5 manifestazioni gestite da BolognaFiere Water&Energy – BFWE

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H2IT presenta il report “Installazione di celle a combustibile in ambito residenziale e commerciale”.

Edilizia e idrogeno; Stato dell’arte, le opportunità e le criticità relative all’uso delle celle al combustibile nelle costruzioni

L’edilizia è il settore energivoro per eccellenza. In Europa, il parco residenziale e commerciale, sempre più vecchio sia nelle strutture che negli impianti, è responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2. Specialmente in un periodo di instabilità geopolitica e di forte aumento dei prezzi, non puntare sull’elettrificazione e riqualificazione degli edifici, riducendo del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 come stabilito dall’UE, rischia di far perdere il treno della transizione energetica e di pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Per questo, sia Bruxelles che il Governo nazionale (attraverso il PNRR) hanno inserito tra le proprie priorità strategiche lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno verde, prodotto grazie all’impiego di energia da fonti rinnovabili, che diventerà sempre più determinante anche nell’edilizia. Ma quali sono le attuali applicazioni delle celle a combustibile in ambito edile? Quali sono le opportunità, le barriere e gli interventi necessari relativi a tali sistemi? Per rispondere a queste domande H2IT – l’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile che aggrega grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno, ha realizzato il paper “Installazione di celle a combustibile in ambito residenziale e commerciale”.

Partiamo da una premessa. La cella a combustibile a idrogeno sfrutta un processo elettrochimico per generare energia elettrica e calore e acqua, azzerando al 100% le emissioni inquinanti e climalteranti, raggiungendo un’elevata efficienza elettrica. Ad oggi, però, l’idrogeno non viene distribuito attraverso una rete di distribuzione come il gas naturale e deve quindi essere prodotto dal sistema stesso in loco oppure essere trasportato all’interno di bombole. È necessario, inoltre, sottolineare che, allo stato attuale, i sistemi a celle a combustibile disponibili sul mercato possono essere alimentati solamente da gas naturale che determinano in ogni caso una riduzione di emissioni di CO2rispetto alle tecnologie tradizionali (circa il 50% in meno).

Risulta però fondamentale cominciare a determinare un quadro dove tali sistemi si possano inserire così da permettere una transizione verso l’utilizzo di idrogeno puro.

Ma quali sono i vantaggi dell’investire sulla tecnologia delle celle al combustibile? Innanzitutto, possono raggiungere un’efficienza elettrica fino al 60%, il valore più alto fra i sistemi di produzione termoelettrica, a cui va sommata l’efficienza termica (fino al 30%). Lavorano bene in modalità di funzionamento costante 24 ore su 24, con produzioni annue che raggiungono anche le 8.700 ore e si prestano a coprire i consumi di base dell’edificio per quanto riguarda l’energia elettrica, contribuendo in misura parziale a coprire i fabbisogni termici, riducendo anche lo stress a cui sarà sottoposto sempre più il sistema elettrico nazionale. La diffusione di questi sistemi permetterà, inoltre, di mitigare la crescente richiesta di aumento puntuale di potenza impegnata nei singoli POD (punto di prelievo dell’elettricità) interessati, dovuto alla naturale conseguenza dell’elettrificazione in atto. Grazie alle basse emissioni e all’alta efficienza, le celle a combustibile possono rappresentare una vera svolta della microcogenerazione domestica e commerciale/industriale. La possibilità di abilitare, con interventi e costi minimi, la rete al trasporto e alla distribuzione dell’idrogeno, prima in blending con il gas naturale, successivamente come puro H2, permetterà e favorirà la diffusione e l’utilizzo delle fuel cell nel settore residenziale e commerciale.

Quali sono le criticità normative e tecnologiche? I sistemi a celle a combustibile attualmente disponibili sono alimentati mediante gas metano. Questo comporta automaticamente il loro inserimento all’interno delle tecnologie non rinnovabili con la diretta conseguenza di una loro gestione dal punto di vista burocratico-amministrativo analoga ai sistemi di microcogenerazione tradizionali. La microcogenerazione tradizionale, però, è stata concepita per la realizzazione di impianti di grossa potenza e non per applicazioni residenziali. Gli impianti di questo tipo devono dunque essere gestiti secondo un iter che certifichi la qualità dell’impianto, tipicamente finalizzato a maturare TEE (Certificati Bianchi). Questo iter è ingestibile ed improponibile in impianti di stazionari di piccola potenza che, tipicamente non sono interessati al conseguimento di TEE ma alle detrazioni fiscali a cui questi sistemi accedono. I TEE andrebbero eventualmente rivisti nell’ottica dell’utilizzo delle celle al combustibile, al fine di supportare effettivamente la soluzione, in termini di valore e di iter di certificazione. I sistemi commerciali sono già in grado di funzionare con una miscela arricchita fino al 30% con gas idrogeno. La tecnologia è già pronta ad offrire soluzioni ad idrogeno verde (quindi ad impatto nullo in atmosfera) ma è necessario colmare il gap tecnologico con prezzi più competitivi per il mercato domestico. Occorre introdurre delle semplificazioni nell’iter burocratico afferente a questi sistemi: solo in questo modo la diffusione di questa tecnologia sarà possibile e i costi scenderanno conseguentemente. I sistemi ad idrogeno verde ricadranno automaticamente nelle FER (fonti energetiche rinnovabili) e quindi le complicazioni attualmente in essere decadranno automaticamente, spostando il “problema” normativo/autorizzativo sullo stoccaggio in sito dell’idrogeno autoprodotto. Occorre però raggiungere quello scenario incentivando e semplificando le procedure per i sistemi attualmente presenti sul mercato.

Come abbattere queste barriere? Per sostenere la crescita del settore, H2IT presenta dieci proposte:

  1. Recepimento della normativa europea atta a semplificare le tipologie di sistemi elettricamente attivi verso la rete. In questo contesto di riforma integrale del quadro normativo occorrerà considerare le peculiarità specifiche dei sistemi a fuel cells;
  2. Considerando l’inquadramento normativo vigente e in attesa di quanto ribadito al punto 1, si suggerisce la semplificazione della procedura della qualifica CAR da parte del GSE;
  3. Modifica del T.U.A. ed elevazione della soglia di esenzione per sistemi non rinnovabili ma ad alto profilo tecnologico, ambientale e prestazionale;
  4. Esclusione dalla rilevazione statistica GSTAT che, per sistemi di questa taglia, rappresenta un onere difficile da gestire;
  5. Estendere la possibilità di scarico a parete degli esausti di reazione alla luce della tipologia e del bassissimo impatto ambientale di tali prodotti per i sistemi a fuel cell;
  6. Inserire i sistemi a celle a combustibile fra le tecnologie ammesse per adempiere a quanto prescritto per gli edifici di nuova costruzione ed i progetti di ristrutturazioni rilevanti;
  7. Inserimento della tecnologia a celle a combustibile fra quelle ammesse al meccanismo delle comunità energetiche;
  8. Chiarire alcune incongruenze presenti nei meccanismi di incentivazione attualmente in essere e, in un’ottica di una futura armonizzazione di tutti gli strumenti fiscali, definire l’inquadramento dei sistemi a celle a combustibile;
  9. La possibilità di far passare gli interventi di efficienza energetica con impianti micro-cogenerativi Fuel Cell per l’ottenimento di TEE legati sia agli ambiziosi obiettivi internazionali, europei e nazionali a contrasto del cambiamento climatico sia a quelli relativi all’efficienza energetica. Le tipologie di TEE debbono riguardare sia titoli di tipo I, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi finali di energia elettrica; sia di titoli di tipo II, attestanti il conseguimento di risparmi di energia primaria attraverso interventi per la riduzione dei consumi di gas naturale.
  10. Mettere in atto attività di sensibilizzazione delle Amministrazioni Regionali nei confronti della cogenerazione tramite sistemi a fuel cell. L’inserimento della tecnologia fra quelle normalmente introdotte all’interno dei finanziamenti relativi ai Piani Operativi Regionali (POR) permetterebbe una maggiore diffusione della tecnologia rendendo meno onerosi i costi finali di installazione.

 

Il report di H2IT contiene anche una raccolta delle principali installazioni di utilizzo delle tecnologie Fuel Cell al mondo nella sua configurazione Power-to-Power, tra cui alcune anche in Italia.

Per poter leggere lo studio completo Clicca qui –>  Report H2IT – Installazione FC_web

Per stamparlo (ma sicuramente puoi anche non farlo) Clicca qui –> Report H2IT – Installazione FC-stampa

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5,4 miliardi per il primo IPCEI idrogeno Hy2Tech

La Commissione Europea ha dato il via libera ai 5,4 miliardi di euro di aiuti pubblici da parte di 15 Stati membri, tra cui l’Italia, per sostenere un progetto di ricerca, innovazione e produzione industriale nella filiera dell’idrogeno, IPCEI Hy2Tech, il primo Important Project of Common European Interest (IPCEI) sull’idrogeno.

  • elettrolizzatori e loro componenti;
  • celle a combustibile e loro componenti;
  • tecnologie per lo stoccaggio dell’idrogeno/ trasporto/distribuzione;
  • tecnologie per l’utilizzo dell’idrogeno.

Gli Stati (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna) forniranno fondi pubblici, che dovrebbero attrarre investimenti privati per 8,8 miliardi di euro.  Nell’ambito dell’IPCEI, 35 imprese attive in uno o più Stati membri, incluse piccole e medie imprese e start-up, parteciperanno a 41 progetti.

L’IPCEI coprirà gran parte della catena del valore dell’idrogeno, compresa la generazione dell’idrogeno le celle combustibile, lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno, le applicazioni per l’utente finale, specialmente nel settore della mobilità. La Commissione prevede che il progetto possa sviluppare importanti progressi tecnologici, inclusi nuovi materiali altamente efficienti, celle combustibili più performanti, tecnologie di trasporto innovative.  Il progetto dovrebbe creare circa 20mila posti di lavoro diretti.

Saranno sei le aziende italiane a partecipare. Ansaldo, De Nora e Enel parteciperanno a progetti sulla tecnologia di generazione dell’idrogeno. Fincantieri, Ansaldo e De Nora su progetti in merito alla tecnologia sulle celle combustibili. Per quanto riguarda progetti su stoccaggio, trasporto e distribuzione della tecnologia, sarà Enel a partecipare, mentre sulle tecnologie per l’utente finale, saranno Fincantieri, Alstom e Iveco a essere coinvolte.

Le prossime “wave” si concentreranno rispettivamente sulla decarbonizzazione del settore, sulle infrastrutture e sulla mobilità e sono cruciali per supportare la leadership tecnologica europea nel raggiungimento dell’obiettivo di 20 Mt di idrogeno rinnovabile entro il 2030.

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H2ere Network: la piattaforma che connette Ricerca e Industria per l’idrogeno

Idrogeno: Assolombarda, H2IT e LE2C lanciano H2ERE Network, la nuova piattaforma digitale che connetterà ricerca e impresa per lo sviluppo della filiera sul territorio 

Milano, 13 aprile 2022 – La filiera italiana dell’idrogeno è sempre più interconnessa. Assolombarda, H2ITAssociazione italiana idrogeno e celle a combustibile e LE2C – Lombardy Energy Cleantech Cluster lanciano H2ERE Network, la nuova piattaforma digitale che funge da punto di incontro tra ricerca e impresa per accelerare la crescita dell’intero settore. Lo strumento, pensato per favorire le collaborazioni e lo scambio di competenze tra i diversi player, è stato presentato ieri in occasione dell’incontro “Idrogeno: Prospettive future e opportunità per il mondo dell’industria e della ricerca”, organizzato da Assolombarda, H2IT e LE2C, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Alberto Dossi, Presidente H2IT e Vicepresidente Vicario Assolombarda, e Luca Donelli, Presidente LE2C.

Il settore idrogeno è in piena fase d’evoluzione. La volontà politica di accelerare sul fronte della transizione ecologica lo sta rendendo essenziale per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e degli obiettivi di neutralità climatica al 2050. A confermarlo è anche la Clean Hydrogen Partnership da poco varata dalla Commissione Europea e che, tra investimenti diretti dell’UE e privati (provenienti dalle imprese del partenariato), prevede fondi per oltre 2 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Un indirizzo chiaro, che comporterà un’importante evoluzione tecnologica lungo tutta la filiera, dalla produzione al trasporto, fino allo stoccaggio e ad altri ambiti di applicazione.

Ma gli investimenti da soli non bastano. Occorre fare rete, rafforzare il rapporto collaborativo tra il mondo della ricerca e quello industriale per sviluppare progetti innovativi in grado di sbloccare tutto il potenziale del comparto. È proprio a questa esigenza che risponde H2ERE Network: una “casa” digitale, gratuita, a disposizione di tutte le imprese del territorio lombardo che hanno necessità di realizzare progettualità legate all’idrogeno. Ma anche un veicolo per dare visibilità a tutti gli istituti di ricerca e/o laboratori prove che vogliono avviare collaborazioni con le aziende del settore. In un contesto internazionale in continuo cambiamento, il ruolo delle eccellenze italiane della ricerca è fondamentale per supportare l’industria dallo sviluppo sperimentale fino alla realizzazione del prodotto commerciale, per ottenere un vantaggio competitivo ed essere protagonista nel mercato dell’idrogeno in costruzione.

In questo momento la priorità della filiera idrogeno si può riassumere in una sola parola: ‘sinergia’ – ha commentato Alberto Dossi, Presidente H2IT e Vicepresidente Vicario Assolombarda. È solo attraverso la continua interazione tra imprese ed enti di ricerca, da sempre incoraggiata da H2IT e Assolombarda, che il settore può approfittare delle tante opportunità che stanno nascendo e superare divari tecnologici e barriere normative che ostacolano la crescita. Come testimoniano i fondi del PNRR e di Mission Innovation, oltre alla partecipazione all’IPCEI sull’idrogeno, la spinta del nostro Paese a finanziare progetti e ricerche sull’idrogeno è evidente. Il nostro obiettivo è non sprecare quest’occasione e costruire rapidamente un mercato forte, affinché l’Italia si posizioni strategicamente in tutti i settori di riferimento della filiera. Con la nascita di H2ERE Network l’idrogeno Made in Italy compie un ulteriore passo in questa direzione.”

 

“Lo sviluppo dell’idrogeno rappresenta uno dei quattro pilastri del Piano Strategico 2021-27 di LE2C unitamente a riduzione della CO2, simbiosi industriale e digitalizzazione – ha spiegato Luca Donelli, Presidente LE2C. L’approccio aperto e collaborativo che contraddistingue il nostro modus operandi porta a risultati tangibili come il lancio della piattaforma H2ERE, frutto del lavoro congiunto con Assolombarda ed H2IT, che ringrazio per aver voluto sviluppare con noi ciò che pochi mesi fa era poco più che un’idea. Poterla presentare in presenza aggiunge alla giornata un tono particolare e ritengo sia di buon auspicio per incrementare ulteriormente la fiducia tra gli stakeholder coinvolti, incoraggiare il rapido popolamento della piattaforma H2ERE e favorirne un intenso utilizzo da parte delle imprese lombarde.

 

La transizione energetica – ha affermato l’Assessore all’Ambiente e clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneopuò compiersi grazie alla diversificazione delle fonti energetiche, in una prospettiva di neutralità tecnologica, a investimenti nella ricerca in campo energetico. In tale contesto, Regione Lombardia considera l’idrogeno come una delle forme di energia su cui puntare. E ha già messo in campo iniziative per favorire la transizione ecologica, ad esempio per utilizzare i fondi del Pnrr per produrre idrogeno da fonti rinnovabili come vettore energetico pulito, affinché le candidature territoriali giunte sinora per favorire iniziative come le Hydrogen Valley (ad esempio quella della Valcamonica o dell’area attorno a Malpensa) prendano forma concreta. Le Regioni e gli enti del territorio possono rappresentare gli interlocutori dei player privati per la messa a punto dei progetti, che renderanno queste aree non solo acceleratori nell’ambito dell’utilizzo dell’idrogeno, ma dei veri esempi di sostenibilità ambientale”.

 

CLICCA QUI PER VEDERE LA MAPPA E PARTECIPARE A H2ERENetwork

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italiano il primo mezzo a idrogeno nel porto di Valencia

È italiano il primo mezzo a idrogeno per la movimentazione delle merci in un porto europeo. Ideato e sviluppato dal consorzio ATENA, con il supporto di ENEA, dei Cantieri del Mediterraneo e delle Università di Napoli ‘Parthenope’ e di Salerno. Si tratta di un trattore portuale a quattro ruote, in gergo yard truck, che verrà testato per la prima volta nello scalo di Valencia in Spagna dal Gruppo Grimaldi nel terminal ro-ro gestito dalla sua consociata Valencia Terminal Europa, nell’ambito del progetto europeo ‘H2Ports’ del valore di 4 milioni di euro. Il terminal del gruppo armatoriale partenopeo dispone di una superficie di oltre 350.000 m² dedicata alla movimentazione di merci rotabili e, grazie a questo progetto diventerà il primo terminal ro-ro in Europa ad utilizzare un trattore portuale 4×4 alimentato a idrogeno, riducendo così ulteriormente il suo impatto ambientale. Infatti, oltre a rispettare le prestazioni e la sicurezza delle operazioni di logistica, lo yard truck non produrrà emissioni inquinanti grazie al sistema di alimentazione a idrogeno che emetterà solo acqua e calore.

“Il mezzo a idrogeno che abbiamo contributo a sviluppare è dotato di un propulsore ibrido a celle a combustibile e di batterie litio-ioni, che consentiranno di svolgere le consuete operazioni di logistica portuale di carico e scarico delle merci dalle navi cargo. L’utilizzo dell’idrogeno garantirà una buona autonomia operativa, tempi di rifornimento brevi, bassi costi di manutenzione e soprattutto zero emissioni”, spiega Viviana Cigolotti, ricercatrice del Laboratorio Accumulo di Energia, Batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’Idrogeno e responsabile per ENEA del progetto.

In termini di emissioni evitate, i ricercatori dell’ENEA hanno calcolato che i trattori che lavorano per scaricare le navi (ognuna delle quali richiede una flotta di 6 trattori), in un terminal portuale di medie dimensioni, lavorano per circa 19.800 ore all’anno, consumando circa 188.000 Litri/anno di diesel.  Tenuto conto che gli yard truck ‘tradizionali’ emettono circa 2,67 chilogrammi di anidride carbonica per litro di carburante e 0,028 chilogrammi di ossidi di azoto per litro di carburante, con l’utilizzo di flotte a idrogeno, verrebbero evitate circa 501 tonnellate/anno di CO2 e 5 tonnellate/anno di NOx. “Inoltre – sottolinea Cigolotti- la stima delle emissioni evitate riguarda solo l’uso di yard truck a idrogeno e non comprende l’ulteriore abbattimento degli inquinanti legato al minore impiego dei sistemi di ventilazione molto energivori utilizzati all’interno delle navi per rimuovere lo smog prodotto dai mezzi di carico e scarico merci alimentati a diesel”.

Ogni anno il settore dei trasporti marittimi e della logistica portuale producono circa un miliardo di tonnellate di emissioni di CO2, che rappresentano il 2,5% delle emissioni globali di anidride carbonica e il 13% delle emissioni di tutto il comparto europeo dei trasporti. E questo numero è destinato a crescere: si stima che aumenterà del 50% entro il 2050. Venti milioni di tonnellate di COdipendono dallo stazionamento delle navi e dalle operazioni di carico e scarico in porto che vengono svolte da mezzi inquinanti a diesel, come camion, carrelli elevatori, movimentatori di container e gru. Ed entro il 2050 questa cifra crescerà fino a 70 milioni di tonnellate per la CO2 e a 1,3 milioni per gli ossidi di azoto, senza considerare le significative quantità di ossidi di zolfo e di particolato PM10.

“Una riprogettazione in chiave green di questi veicoli rappresenta una soluzione promettente per la decarbonizzazione del settore portuale che dà lavoro a oltre 2 milioni di persone in Europa, se consideriamo anche l’indotto, e contribuisce con oltre 50 miliardi di euro al PIL europeo. E tra tutte le possibili tecnologie energetiche pulite, la più promettente è rappresentata dall’idrogeno e dalle celle a combustibile, grazie alla loro scalabilità, flessibilità e all’alta efficienza che gli conferiscono un elevato potenziale, soprattutto in accoppiata a dispositivi di accumulo di energia come le batterie agli ioni di litio”, conclude Cigolotti.

Lo yard truck nel dettaglio

A livello operativo, il sistema di accumulo del prototipo del trattore portuale avrà una capacità complessiva di circa 12 chilogrammi di idrogeno, in grado di garantire un funzionamento continuo di almeno sei ore, ovvero la durata media di un turno di lavoro. Il motore elettrico di cui è equipaggiato il mezzo, è un dispositivo molto efficiente, particolarmente adatto per applicazioni che richiedono alte potenze; può ricevere energia per la trazione contemporaneamente sia dalla cella a combustibile sia dalla batteria e caricare la batteria durante le frenate o le decelerazioni.

Lo yard truck farà il ‘pieno’ presso la stazione mobile di rifornimento di idrogeno che è stata sviluppata da uno dei partner del progetto, il Centro Nacional del Hidrógeno, e garantirà il carburante green non solo al prototipo del trattore portuale ma anche al carrello elevatore (il reach stacker);  quest’ultimo mezzo, sviluppato dall’azienda Hyster Yale, opererà sempre nel porto di Valencia, presso il terminal di MSC.

Oltre allo yard truck saranno messi a punto e validati sul campo dagli altri partner del progetto anche un carrello elevatore (reach stacker) e una stazione di rifornimento mobile.

Il progetto è coordinato dalla Fundación Valenciaport, in stretta collaborazione con l’Autorità Portuale di Valencia, ed è supportato dalla partnership pubblico-privata ‘Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking (FCH JU)’, oggi ‘Clean Hydrogen Partnership’. Oltre alla Fundación Valenciaport e all’Autorità Portuale di Valencia, altri partecipanti al progetto sono il Centro Nacional del Hidrógeno e le aziende MSC Terminal Valencia, Grimaldi Euromed e Valencia Terminal Europa (entrambe società del Gruppo Grimaldi), Hyster-Yale, Atena scarl-Distretto Alta Tecnologia Energia Ambiente (con le sue terze parti ENEA, Università degli Studi di Napoli Parthenope, Università degli Studi di Salerno e Cantieri del Mediterraneo spa), Ballard Power Systems Europe ed Enagás.

Fonte: ENEA

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Innovation Center di Intesa Sanpaolo e H2IT insieme per spingere l’innovazione nel settore idrogeno

Nasce INNOVAHY, l’iniziativa di H2IT e Intesa Sanpaolo Innovation Center per accelerare la crescita di PMI innovative e start-up del settore idrogeno

 Il progetto mira a fondere le competenze tecniche e finanziarie per sviluppare attività rivolte alle realtà imprenditoriali dell’idrogeno, per sviluppare una filiera sempre più coesa ed innovativa.

 Milano, 13 ottobre 2021H2IT – Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile e Intesa Sanpaolo Innovation Center hanno dato vita a INNOVAHY, un’iniziativa volta a favorire il percorso di crescita di PMI innovative e startup del settore idrogeno.

Il progetto nasce con l’obiettivo di dare un significativo impulso allo sviluppo della filiera in Italia tramite attività congiunte tra H2IT ed Intesa Sanpaolo Innovation Center rivolte a nuove realtà e start-up favorendone lo sviluppo e incoraggiando così la nascita di altre. Inoltre, la partnership mira a valorizzare le iniziative in via di sviluppo che coinvolgono Università, Competence Center, Startup e PMI innovative attraverso iniziative ad hoc (ad esempio, workshop, attività di comunicazione, award, etc..).

L’idrogeno è determinante per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 delineati dalla Commissione Europea nell’Hydrogen Strategy e con il PNRR – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – anche l’Italia ha deciso di puntare su questo vettore, come dimostrano i 3,64 miliardi di euro dedicati esclusivamente allo sviluppo di filiere per la produzione, distribuzione e usi finali dell’idrogeno. In questo contesto, diventa necessario supportare tutte le realtà imprenditoriali del comparto.

La collaborazione tra Intesa Sanpaolo Innovation Center e H2IT sarà utile, poi, anche per identificare i soggetti della filiera idrogeno e per stimolarne i processi d’innovazione, sostenibilità e gli investimenti, oltre che per promuovere iniziative per l’interazione tra start up e fornitori di tecnologia con PMI, grandi aziende e investitori al fine di affrontare le sfide tecnologiche del settore.

Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana ammessa alla European Clean Hydrogen Alliance (ECHA) della Commissione Europea. L’Alleanza per l’idrogeno pulito punta a creare le basi per un’ambiziosa diffusione delle tecnologie legate alla produzione di idrogeno da fonti rinnovabili o a bassa emissione di carbonio entro il 2030, riunendo attorno a tavoli di lavoro e forum periodici i più importanti attori industriali e finanziari del continente.

“Idrogeno e innovazione sono un binomio naturale. La ricerca e lo sviluppo legati al suo impiego in moltissimi campi rappresentano la norma per quanti fanno impresa in quel settore. La collaborazione tra Intesa Sanpaolo Innovation Center – commenta il suo Presidente Maurizio Montagnese – e l’Associazione H2IT è un’opportunità che sono certo sapremo sfruttare al meglio per accompagnare le imprese in questo cammino di crescita. Il Gruppo Intesa Sanpaolo è da sempre in prima fila per accelerare la transizione energetica di molti settori produttivi e l’Innovation Center offrirà tutto il supporto necessario a PMI innovative e startup attive su questo fronte”.

 Per raggiungere tutti gli obiettivi posti, INNOVAHY potrà contare sulle competenze e conoscenze tecniche di H2IT, che con i suoi 90 soci tra grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università è ormai punto di riferimento per la filiera ed interlocutore sempre più prezioso istituzioni, e sull’esperienza di Intesa Sanpaolo Innovation Center nel selezionare e supportare l’accelerazione, la professionalizzazione, lo scale up internazionale e il supporto nel fundraising di nuove idee imprenditoriali.

L’innovazione è un asset fondamentale per dare una spinta alla crescita del mercato dell’idrogeno e rafforzare la competitività del comparto industriale italiano – afferma Alberto Dossi, Presidente di H2IT. Le PMI, così come le start up, giocano un ruolo molto importante nello sviluppo di questo settore, perché sono più reattive grazie a procedure interne più snelle, sono in grado di attrarre investimenti e di generare e consolidare competenze. Per questo H2IT si è posta l’obiettivo di coinvolgere sempre più queste realtà innovative, per accompagnarle nel percorso di inserimento nella filiera dell’idrogeno. E la collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center va proprio in questa direzione, potendo contare da un lato sulla loro esperienza nel supportare le giovani società preparandole al confronto con il mondo industriale e con gli investitori, dall’altro sull’ampio bagaglio tecnico e del network di H2IT.”

CS_H2IT e Intesa Sanpaolo_INNOVAHY

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Rampini fornitore dei bus a zero emissioni del Progetto Pilota europeo Life 3H per il Porto di Civitavecchia

L’azienda ha annunciato che fornirà gli autobus a zero emissioni del progetto europeo Life 3h – “Hydrogen demonstration in city, port and mountain area to develop integrated hydrogen valleys”.

Il Porto di Civitavecchia sarà la destinazione dei  2 bus di 8 metri alimentati ad idrogeno.

L’Ing. Fabio Magnoni ha sottolineato che

“Life 3h è l’occasione per rendere sostenibili gli spostamenti nelle zone scelte come Hydrogen Valleys, al fine di ridurre l’impatto della mobilità sull’ambiente e sulla salute di tutti. Questo progetto pilota non avrebbe potuto che prendere forma in aree, che hanno già ampiamente dimostrato la loro sensibilità verso l’ecosostenibilità. Per esempio, il Porto di Civitavecchia- un luogo simbolo della transizione verso una mobilità marittima a zero emissioni- infatti, ospitò la prima nave a GNL del mondo e il primo traghetto zero emission in port. Oppure l’area di Campo Felice- che come la propria regione, l’Abruzzo- è una località montana profondamente coinvolta nel raggiungimento degli obiettivi prefissati in materia di energia e clima. Allo stesso tempo, Life 3h per Rampini segna la nascita effettiva del progetto idrogeno, che ci vedrà come l’unica azienda di costruttori italiani di autobus urbani a zero emissioni.”

Si chiama Life 3H il progetto che ha come capofila la Regione Abruzzo e di cui fanno parte sia l’Umbria che il Lazio, con attori industriali tra cui Snam. Nell’immediato si tratta di realizzare a Terni, come ad Avezzano e Civitavecchia le stazioni di rifornimento di idrogeno per l’alimentazione di autobus. E’ l’inizio di quello che viene definito l’ecosistema idrogeno del Centro Italia con l’avvio di tre ‘Hydrogen Valley’ nelle rispettive tre regioni.

Approvato nell’ambito del programma LIFE della Commissione Europea coinvolge, il Comune di Terni e l’autorità portuale di Civitavecchia, mentre sul fronte industriale ci sono le acciaierie di Terni e la società Chimica Bussi che avranno il ruolo di fornire gratuitamente l’idrogeno come sottoprodotto dei rispettivi processi industriali, oltre alla Rampini Carlo Spa (produttrice di autobus) e la Società Unica Abruzzese di trasporto, poi Port Mobility Spa, la Uneed.it, mentre partners sono l’università degli Studi di Perugia, il dipartimento dei Trasporti dell’Università dell’Aquila e la Guglielmo Marconi di Roma. Life 3H  concluderà gli iter autorizzativi nel 2023, seguirà la realizzazione delle stazioni di rifornimento, con la seconda fase del piano programmata al 2025.

 

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Iberdrola e AECOM per una tratta ferroviaria a idrogeno in Italia

Il gruppo di energie rinnovabili Iberdrola, multinazionale spagnola che produce e fornisce energia, attiva anche in Italia dal 2016 e dal 2021 socia di H2IT, ha dichiarato che sta collaborando con AECOM per convertire un tratto ferroviario italiano a idrogeno verde.

Il collegamento ferroviario di 300 chilometri individuato che collega Sansepolcro (Arezzo) a Sulmona (L’Aquila), che attraversa quattro regioni dell’Italia centrale Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo, passando per Perugia, Terni, Rieti e L’Aquila, è solo parzialmente elettrificato ed è attualmente percorso da vecchi treni diesel.

“Oltre ad avere un grande impatto ambientale, il progetto mira ad avere significativi effetti economici e sociali”, ha detto il manager di Iberdrola Italia Lorenzo Costantini.

Iberdrola, leader mondiale nella produzione di energia eolica, sta lavorando a diversi progetti in tutto il mondo per produrre idrogeno da elettrolisi rinnovabile e fornirlo per vari usi, tra cui il trasporto pesante e l’industria chimica. Fa parte della green hydrogen catapult e sono promotori di uno dei più grandi impianti di produzione di h2 verde per usi industriali a Puertollano.

L’accordo con AECOM comprende anche uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un collegamento ferroviario alimentato a idrogeno che colleghi la località balneare di San Benedetto del Tronto a Roma.

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H2IT incontra il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Morelli

L’Associazione H2IT incontra il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Morelli. Continua il dialogo tra H2IT e le istituzioni per implementare la strategia dell’idrogeno per la decarbonizzazione dei trasporti.

Morelli: “La filiera dell’idrogeno è destinata a crescere in maniera significativa a beneficio dei Paesi che ne avranno saputo riconoscere il potenziale”

 Auto, camion e bus a lungo raggio, trasporto ferroviario e, in prospettiva, trasporto marittimo a idrogeno saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi di riduzione di emissioni al 2030 e al 2050 posti dalla Commissione Europea. Condivisa con il Viceministro la necessità di un approccio pragmatico e strategico, a partire dalla costruzione delle infrastrutture di rifornimento fino allo sviluppo delle normative

 Roma, 20 luglio 2021 – Nella giornata di ieri, H2IT – Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile ha incontrato il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Alessandro Morelli, riscontrando l’impegno del Ministero a supportare lo sviluppo concreto della mobilità idrogeno in Italia, confermando la centralità del tema nell’agenda politica. L’Associazione ha ribadito la necessità di un approccio pragmatico e strategico su diversi fronti: la costruzione di un’infrastrutture di rifornimento adeguata, lo sviluppo della normativa, la semplificazione dei processi autorizzativi per la costruzione delle stazioni di rifornimento ed infine il supporto all’adozione di veicoli a basse emissioni in ambiente urbano ed extraurbano.

Il ripensamento della mobilità in chiave sostenibile non può prescindere dal concetto di neutralità tecnologica – ha dichiarato a margine dell’incontro il Viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Alessandro Morelli. È di fondamentale importanza cogliere tutte le opportunità offerte dalla transizione ecologica, senza pregiudizi né preclusioni. Una strada da percorrere è sicuramente quella dell’idrogeno, il cui sviluppo è annoverato dalla Commissione europea come condizione necessaria per completare il processo di decarbonizzazione entro il 2050. Significa che nei prossimi decenni la filiera dell’idrogeno è destinata a crescere in maniera significativa e questo andrà a beneficio dei Paesi che ne avranno saputo riconoscere il potenziale. Le aziende italiane hanno il know-how e le competenze per primeggiare a livello europeo anche in questo campo, ma serve una strategia nazionale che fissi un quadro legislativo certo e un piano di investimenti a lungo termine in infrastrutture, ricerca e innovazione. Nelle prossime settimane incontrerò i vertici di FNM, azienda lombarda pioniera che sta realizzando la prima ferrovia a idrogeno in Val Camonica, per rilanciare una case history utile al Paese”.

Occasione di confronto sui nuovi target dell’Unione Europea, l’incontro ha permesso di rimarcare la rilevanza dello sviluppo del trasporto su strada. Auto, camion e bus a lungo raggio a idrogeno, del trasporto ferroviario e, in prospettiva, del trasporto marittimo a idrogeno sono componenti chiave della strategia per raggiungere gli obiettivi di riduzione di emissioni al 2030 e al 2050 resi più sfidanti con l’uscita del pacchetto Fit For 55.

“Siamo felici di aver riscontrato il favore del Viceministro nei confronti dello sviluppo della mobilità idrogeno – ha dichiarato Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT– H2IT ha al suo interno un bacino di competenze, esperienze e conoscenze che può essere utile per indirizzare le decisioni delle Istituzioni, con un background scientifico e tecnologico. Come associazione manteniamo un rapporto storico con le Istituzioni Nazionali, con la prospettiva di fornire informazioni utili al decisore politico per prendere le scelte adeguate. Crediamo infatti che questo possa essere un elemento fondamentale per realizzare i progetti, specialmente per l’implementazione di quelli previsti nel PNRR in ambito mobilità, i quali dovranno predisporre strumenti e pianificazioni per la messa a terra di progetti importanti, in tempi vincolati e con meccanismi determinanti, oltre a individuare processi inclusivi nei confronti degli stakeholder.

 

Negli ultimi anni, l’Associazione è diventata un interlocutore prezioso per le Istituzioni su tutti i temi relativi all’idrogeno. Già dal 2016, infatti, ha supportato i Ministeri competenti, nell’elaborazione del “Piano Nazionale per la Mobilità ad Idrogeno” aggiornato poi nel 2019. Ha poi collaborato nel 2018 con il Ministero dell’Interno per la stesura della “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione” e realizzato nel 2019 il Position paper “Strategia Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile”. A gennaio 2021 H2IT ha presentato anche il report “Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia”, i cui punti salienti sono stati presentati in un’audizione alla Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del PNRR (Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza).

H2IT continua il proprio percorso di confronto con le Istituzioni perché crede nell’importanza di allineare tutte le attività messe in capo dai diversi ministeri competenti in ambito idrogeno per giungere alla creazione di una strategia unica che realizzi la transizione energetica del settore dei trasporti parallelamente al dialogo con la politica, H2IT proseguirà il proprio impegno continuando con i tavoli di lavoro specifici e tecnici per analizzare le barriere che ostacolano lo sviluppo del settore e supportando con iniziative mirate le PMI e le start-up in questa fase di apertura del mercato.

 

 

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23 marzo – L’economia dell’idrogeno: occasione di rilancio e strumento per la transizione energetica in Italia.

Appuntamento il 23 marzo per l’evento digitale organizzato da H2IT – Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile e dal Clust-ER Greentech Energia e Sviluppo Sostenibile dell’Emilia-Romagna per analizzare il quadro tecnologico e normativo del settore idrogeno e presentare i migliori progetti delle aziende italiane

L’evento, suddiviso in due sessioni, si inserisce nella cornice della Green Revolution & Energy Transition Week, tra le iniziative delle Digital Green Weeks organizzate da ECOMONDO – ITALIAN EXHIBITION GROUP e Keyenergy

Gli eventi saranno disponibili sul portale KeyEnergy registrandosi a questo link.

oppure in diretta sulla Pagina LinkedIn di H2IT  oppure sul canale YouTube del  ClustER  Greentech. 

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